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venerdì 17 luglio 2009

La Festa antifascista attaccata con un razzo




ROVATO. Due sconosciuti si sono introdotti nel recinto di notte e hanno lanciato l'ordigno che per fortuna non è esploso Lasciato un fantoccio con i simboli del «Che» e di Radio Onda d'Urto Minacce agli organizzatori. L'intimidazione è arrivata a Rovato durante i preparativi per l'inaugurazione dei «Fuochi di Resistenza - Festa della cultura, delle iniziative e della lotta Antifascista», che da stasera e fino a domenica 19 luglio sarà ospite dell'area che costeggia la strada statale per Cazzago San Martino.

Un gruppo di quattro persone, presumibilmente personaggi di idee filofasciste, si è introdotto nello spazio adibito alla festa e ha lanciato un razzo in direzione del tendone sotto cui sostavano dieci organizzatori. Per fortuna il razzo, compiuta la sua parabola, è ricaduto inesploso sul terreno. «Da lunedì abbiamo iniziato ad allestire gli stand e i tendoni della festa. Visto il proliferare di associazioni filofasciste, abbiamo deciso di presidiare l'area giorno e notte - dice Beppe, uno degli organizzatori presenti durante la notte tra martedì e mercoledì - e se non fossimo stati lì avrebbe potuto succedere di peggio». Sono sempre dieci, infatti, le persone che si alternano nel presidio notturno ai luoghi della festa.

«QUANDO abbiamo visto il razzo venire nella nostra direzione ci siamo alzati in piedi e abbiamo cominciato a guardarci intorno - continua Beppe - è stato a quel punto che nel buio abbiamo scorto due persone vestite di scuro». Col cuore in gola per la paura e l'adrenalina nelle gambe, i dieci si sono dati all'inseguimento dei due intrusi che, consapevoli della differenza numerica, sono corsi verso l'uscita scavalcando la siepe che delimita l'area. Ad attenderli c'era un'auto di colore chiaro con a bordo altre due persone. I quattro, prima di sgommare lungo la statale per Cazzago, hanno abbassato i finestrini dell'automobile e hanno lanciato minacce di morte nei confronti degli organizzatori.

«Quando se ne sono andati ci siamo accorti che avevano lasciato per terra un fantoccio (nella foto) - racconta Beppe - vestito con una tuta bianca, la maglietta della Roma rovesciata, il volto dipinto con il gatto, simbolo di Radio Onda D'Urto, sul petto la faccia del Che Guevara e al collo un cartello con il simbolo speculare dell' azione antifascista pitturato a mano e la scritta: Antifascisti bastardi infami». La maglietta rovesciata della Roma è un chiaro richiamo ad uno degli appuntamenti più significativi della festa: «Sabato organizziamo una commemorazione in ricordo di Valerio Marchi, un sociologo scrittore e librario romano che militava negli ultras della Roma», ricorda Beppe. Ieri mattina il gruppo investigativo della Digos ha visionato l'area e sequestrato il fantoccio.

da Bresciapoggi
e Muro di Cani

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