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mercoledì 15 luglio 2009
La favola del nucleare francese poco caro
Una delle ragioni sbandierate dal nostro governo per il ritorno al nucleare è quello del costo troppo alto dell’energia che, naturalmente, nella Francia atomica sarebbe invece a prezzi irrisori. Non sembra proprio così: negli ultimi anni più della metà delle famiglie europee ha pagato tariffe energetiche più basse di quelle della Francia «Il che dimostra che il nucleare non dà alcun vantaggio» sottolinea Stéphane Lhomme, portavoce della rete "Sortir du nucléaire”.
L’amministratore delegato di Edf, Gadonneix, l’8 luglio ha addirittura chiesto un aumento del 20% del prezzo dell’elettricità francese ed ha preteso di spiegare che, grazie al nucleare, «L´elettricità in Francia è dal 30 al 40% meno cara di quel che pagano gli altri europei». La richiesta di Edf in Francia ha fatto molto discutere, ma come spesso succede le parole del “tecnico” Gadonneix sono state riportate come verità indiscutibile da quasi tutti i giornali di oltralpe e qualche giornale più vicino al governo si è spinto a scrivere nel suo editoriale: «Da un quarto di secolo beneficiamo in Francia dell’elettricità meno cara d’Europa», che poi è più o meno quel che ci è stato raccontato in Italia in questi mesi di propaganda filo-nucleare.
Ma i discoli di "Sortir du nucléaire” si sono messi a rompere le uova nel paniere di tanto orgoglio nazional-commerciale semplicemente riportando i dati di Eurostat riguardanti il costo dell’Energia nei vari Paesi dell’Ue. «Nel 2007 (le cifre 2008 non sono ancora disponibili), per le famiglie, l’elettricità in Francia era più cara che in 10 Paesi, meno cara che in 13 e praticamente uguale ad altri 3 – spiega Lhomme – Con la crisi mondiale, la situazione dovrebbe d’altronde ritornare ad una posizione ancora più preoccupante per la Francia: dal 2003 al 2006, l´elettricità era più cara che in una quindicina di Paesi, la Francia si trova chiaramente nella seconda metà della classifica! Lo scarto dei prezzi tra la Francia e la media europea è rimasto estremamente stabile tra il 2002 e il 2006, circa il 17% inferiore alla media europea. Certo, questo scarto é salito nel 2007 al 24% ma, lo abbiamo visto, dovrà ridiscendere nettamente per il 2008 e per il 2009. In ogni caso, niente a che vedere con il 30 o 40% meno caro che negli altri Paesi europei. Dunque in Francia non abbiamo "l´elettricità meno cara d’Europa", e ancora meno, "da un quarto di secolo".
D´altronde, risalendo nel tempo, le cifre di Eurostat dimostrano che nel 1997, su 18 Paesi, l´elettricità in Francia era meno cara che in 5 Paesi e più cara che in 12! Certo, i prezzi di Edf sono un po’ più performanti in favore delle imprese, ma diversi Paesi fanno meglio e, soprattutto, è proprio a livello delle famiglie che si situa il dibattito: sono soprattutto quest’ultime alle quali Gadonneix chiede di poter aumentare il prezzo dell’elettricità, perché le industrie beneficiano a lungo di tariffe molto vantaggiose… quindi la “mancanza di guadagno” per Edf è con tutta evidenza pagata dalle famiglie. E sono proprio le famiglie, vale a dire gli elettori, che per le autorità francesi bisogna convincere della supposta "pertinenza” dell’opzione nucleare».
Ma sull’economicità del nucleare francese si basa molta della propaganda del rinascimento nucleare europeo, mentre i dati ci dicono che è quantomeno azzardato attribuire al nucleare questo “miracolo” . La realtà è che l’elettricità in Francia è un po’ meno cara della media europea e questo solo grazie a tariffe fissate dallo Stato che se venissero abolite, come il governo di Parigi pensa di fare appena la situazione economico-sociale lo permetterà, il prezzo schizzerà verso l’alto.
«Per finire – dice il portavoce di "Sortir du nucléaire” – notiamo che il prezzo dell’elettricità prodotta da Edf non comprende gli investimenti pubblici massicci dei quali ha beneficiato il nucleare da 50 anni. Il costo reale che bisognerà pagare presto o tardi per lo smantellamento delle installazioni atomiche e per le scorie: la situazione finanziaria critica di Edf lascia chiaramente pensare che le somme previste, già largamente insufficienti , neanche esistono, addossate al deficit colossale dell’impresa. Reintegrando l’insieme delle somme pubbliche investite nell’atomo e quelle che bisognerà spendere in seguito, il prezzo dell’elettricità nucleare è di gran lunga il più caro. Notiamo anche che la questione del prezzo non è che una delle diverse favole imposte all´opinione dalla pubblicità incessante di Edf ed Areva, dai discorsi politici e purtroppo un certo numero di editorialisti che non fanno lo sforzo di andare a cercare i veri dati.
Possiamo citare la supposta indipendenza energetica dovuta all’atomo, il carattere “pulito” dell’industria nucleare, o ancora la "riuscita" del reattore Epr che è, al contrario, in corsa per diventare uno dei più grandi flop industriali e finanziari della storia. I cittadini della Francia – e I loro discendenti – pagheranno quindi molto caro e per lungo tempo l´opzione nucleare imposta da 50 anni. Con i danni all’ambiente, alla salute, alla democrazia, ecc, è una ragione in più per uscire il più velocemente possibile dal nucleare, consumare meno energia e privilegiare le energie rinnovabili».
da Teneraerbetta
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