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venerdì 31 luglio 2009

Cosa fa la Chiesa di Roma con i soldi dell'otto per mille?



Lasciando da parte ogni polemica sul concordato, l'otto per mille, e tutto l'ambaradan relativo alla Chiesa di Roma, dai dati del rendiconto diffuso dalla C.E.I. per l'anno 2008, mi limito a fare un paio di conti su come sono stati utilizzati i fondi ricevuti dallo Stato italiano per OPM. Dai dati risulta che sono stati introitati complessivamente euro 1.002.513.000, utilizzati per: 424.513.000 esigenze di culto e pastorale, 205.000.000 per interventi caritativi, e 373.000.000 per sostentamento del clero. Riporto la tabella diffusa dal sito della CEI per l'otto per mille (Fonte otto per mille CEI: Conferenza Episcopale Italiana 59ª ASSEMBLEA GENERALE Roma, 25 - 29 Maggio 2009).



Dalla semplice lettura dei dati numerici, senza considerazione alcuna, risulta che l'introito dell'otto per mille ricevuto dalla Chiesa di Roma per l'anno 2008 è stato impiegato per il 20,45% per interventi caritativi, e per il restante 79,55% per uso istituzionale, come dalla tabella diffusa. Il che significa che su ogni 100 euro di 8xmille, vengono devoluti per interventi caritativi circa 20,45 euro. Una maggiore analisi per le singole componenti delle voci di impiego si può trovare leggendo qua relativamente ai dati fino al 2007: Cei cartella stampa. (Fonte: 8xMille Chiesa Cattolica)

Per l'utilizzo dell'otto per mille da parte, ad esempio, della Chiesa Evangelica Valdese, si veda qua: Chiesa Evangelica Valdese.

Per quanto mi riguarda già da alcuni anni opto per la Chiesa Evangelica Valdese, non tanto per convinzione personale, ma piuttosto, dato che l'otto per mille viene comunque ripartito in base ad un complesso meccanismo, per il "male minore", senza offesa o polemica per alcuno. Mi scuso anticipatamente se per caso ho riportato male (involontariamente), i dati dalle tabelle C.E.I.

da Riti e rituali

L'Aquila militarizzata e i Kapò



A L'Aquila non è permesso fare manifestazioni, avere striscioni e fare riunioni nelle tendopoli... questa gente non ha sofferto abbastanza, la loro città presa di prepotenza dal terremoto, dallo stato e dalla protezione civile. E' TEMPO DI RIBELLARSI!!! DIVULGATELO, FATE SAPERE COSA SUCCEDE A L'AQUILA!

A novembre riparte il superaccelerator

Il Large Hadron Collider di Ginevra sarà riparato e si potranno scontrare i protoni



«A novembre inizierà l’iniezione dei fasci di protoni nel Large Hadron Collider di Ginevra (LHC). I lavori stanno procedendo secondo il programma e oggi si può parlare di una data precisa dell’avvio delle attività». Roberto Petronzio, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) traccia un bilancio dei lavori in corso nell’acceleratore del Cern, il più potente mai costruito, destinati a riparare il guaio che si era manifestato nel primo tentativo di accensione nel settembre scorso.

IL PROBLEMA - I fisici italiani riuniti nell’Infn partecipano massicciamente (sono circa 600 quelli direttamente coinvolti) all’impresa europea destinata a riprodurre le condizioni dell’universo esistenti appena dopo il Big Bang. Inoltre si punta alla scoperta della cosiddetta “particelle di Dio”, cioè il bosone di Higgs che spiega il perché una materia ha una massa. «Si è intervenuto su tre piani – spiega Petronzio – il primo riguardava la comprensione dell’evento, il secondo la riparazione e la terza mirava invece alla prevenzione di futuri problemi». L’accaduto è ormai chiaro: una saldatura non perfetta ha creato un arco elettrico che ha forato la guaina di contenimento del liquido di raffreddamento, l’elio superfluido che diventando gassoso ha generato un ciclone nella galleria danneggiando i magneti superconduttori. «Sono stati rimpiazzati 56 magneti – precisa Petronzio – e ricostruiti alcuni ancoraggi danneggiati ma soprattutto si lavorato nella prevenzione per evitare futuri problemi». A tal fine si sono messi a punto dei metodi e dei sistemi per identificare eventuali contatti difettosi o anomalie nel funzionamento che potrebbero generare difficoltà o incidenti. Tra i sistemi di sicurezza sono state introdotte delle valvole di sfogo del gas nel caso si verificassero delle perdite. «Il Consiglio del Cern ha stigmatizzato l’insufficiente controllo della qualità esercitato in passato – aggiunge Petronzio – ma si impara dagli errori e molto è stato migliorato. Per recuperare il tempo perduto, durante l’inverno l’acceleratore rimarrà in funzione e quindi nel 2010 saremo in linea con i programmi stabiliti». Intanto è in atto una corsa per conquistare prima di tutti la scoperta della “particella di Dio” tra il laboratorio Fermilab di Chicago e il Cern. «Noi abbiamo borsisti che hanno lavorato a Chicago e poi sono andati al Cern e questo aiuterà», conclude il presidente dell’Infn.

Giovanni Caprara

giovedì 30 luglio 2009

Consiglio comumane senza telecamere: Le impressioni dei cittadini

Continua la vicenda delle "telecamere vietate" a Palazzolo come nei nostri articoli riportari precedentemente:
- Perchè le telecamere devono rimanere spente per un consiglio comunale?
- La monarchia di Palazzolo sull'Oglio

Nell’attesa del quarto consiglio comunale che, ricordiamo, si svolgerà il 30 luglio alle ore 20,45 in via Torre del Popolo n.2, postiamo un breve servizio che PALAZZOLO A 5 STELLE ha realizzato subito dopo il consiglio comunale del 20 luglio, raccogliendo i pareri di semplici cittadini e politici in merito alla questione “TELECAMERE IN CONSIGLIO”. La maggioranza ha preferito non esprimersi a telecamere accese in merito alla vicenda. Buona visione…

Il ministro Sacconi e il conflitto di interessi sull’influenza “suina”


«Caro Berlusconi, chiedi cosa fa la moglie di Sacconi»; era il titolo di editoriale uscito il 30 gennaio scorso. Il giornalista faceva notare al premier un enorme conflitto di interessi presente nel suo attuale esecutivo: «Si dà infatti il caso che Sacconi sia coniugato con una donna talmente in gamba (Enrica Giorgetti n.d.r.) da essere stata assunta alla direzione generale di Farmindustria. Anche chi non ha dimestichezza con certi affari comprende che siamo di fronte a un gigantesco conflitto di interessi; il responsabile del dicastero (sia pure tramite il sottosegretario Fazio) controlla la Salute pubblica, e sua moglie è al vertice non di un’azienda di elettrodomestici ma bensì di un colosso farmaceutico che, come dice la parola stessa, si occupa di farmaci».




Si potrebbe pensare alla solita stampa “di sinistra” o comunque schierata, che tenta di far emergere uno dei tanti problemi dell’attuale governo, ma purtroppo in questo caso non è cosi. L’editoriale uscì sul quotidino “Libero, scritto del suo direttore , Vittorio Feltri. Il giornalista, sicuramente una delle penne meno “bolsceviche” della stampa nostrana, sembrò prevedere quello che sarebbe successo pochi mesi dopo. Infatti, il 22 luglio scorso il Ministro Sacconi ha annunciato un piano di vaccinazioni gratuite in merito alla probabile diffusione del virus dell’ A/H1N1 (conosciuto erroneamente come influenza suina) anche nel nostro paese:

«Si sta considerando di vaccinare contro la nuova influenza anche la fascia di popolazione pari a 15,4 milioni di soggetti tra i 2 e i 27 anni, da gennaio 2010. Un ciclo vaccinale è costituito da due dosi di vaccino e, pertanto, verranno acquisite 48 mln di dosi di vaccino pandemico».

L’acquisto di 48 milioni di vaccini sarà una spesa non indifferente per le già malandate casse dello stato e addirittura probabilmente inutile, come ci spiega il farmacologo Silvio Garattini:

«Se il virus A/H1N1 della nuova influenza non muterà, acquisendo dunque una maggiore virulenza rispetto allo stato attuale, la vaccinazione di massa annunciata dal governo italiano e da quelli di molti altri paesi non è necessaria».

Garattini vede con perplessità questa “corsa al vaccino” e senza mezze parole spiega che «c’é, certamente, una grande pressione da parte delle industrie, che da tale corsa trarranno molte risorse economiche». Il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano invita anche a riportare l’attenzione sulle altre tragedie sanitarie in atto come l’Aids e la malaria, ultimamente sovrastate mediaticamente dalla A/H1N1.

Il farmacologo continua spiegando che questo virus ha una virulenza mite e che il pericolo é per quelle persone che vengono dalle zone colpite. Aggiunge in oltre che i farmaci antivirali utilizzabili avrebbero un basso impatto sul totale decorre della malattia, creando invece il problema degli effetti collaterali dati dal farmaco, al punto di definire la sua assunzine «non un grande affare». Se il piano di vaccinazione invece verrà predisposto, come annunciato , potrebbe diventare realmente un grande affare, ma sicuramente non così reale per cittadini quanto per la moglie di Sacconi.

mercoledì 29 luglio 2009

Berlusconi e la sua vita troppo spericolata



di Domenico Giampetruzzi
"Per i ragazzi in ascolto, una canzone cult di Vasco Rossi il cui titolo voi conoscete bene,'Vita spericolata". Ha esordito così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi intervenendo come ospite alla trasmissione di Radio Gioventù. Una canzone 'Vita spericolata' che il re del rock italiano intonava nel 1983. Una vita spericolata che ultimamente si addice molto a quella del premier. In proiezione futura la vita la vorrebbe ''un po' piu' tranquilla, ma sara' molto difficile".

D'altronde con la sua doppia personalità, la sua mania di protagonismo oltre al fatto che ricopre ruoli pubblici di grandissimo rilievo non ci si può aspettare una vita normale dal Cavaliere. L'ombra della mafia in Forza Italia che è tornata in auge dopo le confessioni shock dei pentiti di 'Cosa Nostra', lo spauracchio delle tangenti negli affari economici- industriali con il processo Mills, e recentemente il divorzio dalla moglie Veronica Lario, i presunti flirt con le minorenni, e la scopata senza preservativo con la prostituta più famosa d'Italia, Patrizia D'Addario, hanno fatto si che i media di tutto il mondo si concentrassero negli ultimi mesi su di lui come stanno facendo solamente con il re del pop, Michael Jackson. Anche la vita del presidente Berlusconi è diventata un reality da esportare in tutto il mondo anche se con effetti devastanti per la credibilità del nostro Paese.

La Lega: test di dialetto per prof

No, mi dispiace, mi viene troppo da ridere quando leggo queste cose:
La Lega: test di dialetto per prof
Allora mi viene in mente questo spezzone di Aldo, Giovanni e Giacomo; è proprio il caso di dire: quando la realtà supera la fantasia, ma se prima ridevo di questa allegra commedia ora cosa devo fare? Preoccuparmi?

Ma questo sarebbe un minostro per l'ambiente???

martedì 28 luglio 2009

E bravo silviuccio...

Ordinanza a Pordenone: vietato fermarsi in due in strada

Il sindaco dispone una serie di misure per il decoro e la fruibilità del centro
Vai al video



Il sindaco di Pordenone, Sergio Bolzonello, con un'ordinanza ha vietato gli assembramenti di due persone nel centro cittadino che ostacolano la fruizione degli spazi pubblici da parte di altri cittadini. La zona interessata è compresa fra piazza Costantini, via don Stuzo, via Rovereto e piazzale Duca d'Aosta. Nell'area del centro della città friulana, secondo le proteste delle famiglie che vi abitano, si è creata una situazione difficile a causa della presenza, sia di giorno che di notte, di gruppi di giovani che vi sostano bevendo alcolici, imbrattando muri, strade e marciapiedi, urlando o infastidendo i passanti.

ORDINANZA - L'ordinanza del sindaco vieta il consumo di bevande alcoliche in luoghi pubblici sia di giorno che di notte, a eccezione degli spazi riservati agli esercizi pubblici; e, più in generale, dispone il divieto di tutti i comportamenti che determinino il degrado dell'area e ne compromettano il senso di sicurezza. L'ordinanza prevede multe da 25 a 500 euro ed è applicata in via sperimentale fino al 31 dicembre.

IL SINDACO - «È un'ordinanza che riguarda solo una ristretta area della città, un 150-200 metri quadrati del centro, che si è resa necessria per il grave stato di degrado della zona. È stato un modo per ridare libertà ad un centinaio di famiglie che da molti mesi si trovano sotto scatto ad opera di 20, 30 persone, gente al di fuori della legalità che impedisce ai residenti dell'area di muoversi liberamente». Così il sindaco, Sergio Bolzonello, ha spiegato all'Adnkronos il perchè della sua decisione.

da Corriere della Sera

Mafia. Mercadante "creatura di Provenzano": 10 anni all'ex deputato di FI


E' arrivata la condanna per l'ex deputato regionale di Forza Italia Giovanni Mercadante: i giudici della seconda sezione del Tribunale di Palermo, presieduta da Bruno Fasciana, hanno inflitto al medico radiologo dieci anni e otto mesi, con l'accusa di associazione mafiosa (la richiesta dei pm era di 14 anni). Per pronunciare la sentenza del processo "Gotha", nella parte celebrata col rito ordinario (altri imputati vengono infatti giudicati con l'abbreviato) il collegio ha impiegato sedici ore, dalle 9,45 di ieri mattina all'1,40 della notte.

Cinque in tutto le condanne, per poco più di 40 anni complessivi: colpevole di mafia ed estorsioni il medico Nino Cina', che ha avuto 16 anni, in continuazione con una precedente condanna; 9 anni e 4 mesi per un'estorsione (ma e' stato assolto da un'altra ipotesi) sono stati dati al capomafia di Torretta Lorenzo Di Maggio, detto Lorenzino; 6 anni poi a Bernardo Provenzano, che in questo dibattimento rispondeva di un'estorsione, derubricata in tentativo; e infine 6 mesi a Paolo Buscemi, titolare del locale 'Boca Chica', imputato di favoreggiamento per non avere ammesso di avere pagato il pizzo.

Quattro gli assolti: sono Marcello Parisi, ex consigliere di circoscrizione di Forza Italia, aspirante candidato (con la sponsorizzazione dei boss) al Consiglio comunale di Palermo, e tre commercianti; e degli imprenditori imputati di favoreggiamento per non avere denunciato il pizzo: si tratta di Maurizio Buscemi, fratello di Paolo, Calogero Immordino e Vito Lo Scrudato, titolari di un'azienda di costruzioni edili, la Dau Sistemi di San Giovanni Gemini (Agrigento).

I pm Nino Di Matteo e Gaetano Paci avevano chiesto condanne per tutti gli imputati. "Questa sentenza e' il primo riconoscimento, che arriva dai giudici, dell'esistenza di un rapporto tra mafia e politica a un livello molto alto". E' il commento del pm Nino Di Matteo, che con il collega Gaetano Paci ha sostenuto l'accusa nel processo "Gotha" a Palermo. La condanna di Giovanni Mercadante a 10 anni e 8 mesi rappresenta, secondo la Dda, la conferma alle molteplici accuse rivolte a un appartenente al mondo politico, con compiti e ruoli di livello e considerato molto vicino alle cosche.

Nessun commento invece da parte degli avvocati Leo Mercurio (presente in aula stanotte) e Grazia Volo, legali dell'ex parlamentare regionale di Forza Italia. Mercadante, che si trova agli arresti domiciliari per motivi di salute, si era piu' volte difeso sostenendo di essere stato 'vittima' della propria parentela col boss di Prizzi Tommaso Cannella. "Giovanni Mercadante è una creatura di Provenzano, dottore": e' l'8 agosto del 2002, quando il pentito Nino Giuffre' racconta ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo del presunto ruolo che il sessantenne medico radiologo avrebbe rivestito all'interno di Cosa nostra. La posizione dell'ex deputato regionale di Fi condannato nella notte nel processo "Gotha" a 10 anni e 8 mesi per associazione mafiosa, era del resto la piu' delicata del processo: l'accusa aveva sollecitato per lui una condanna a 14 anni, con l'ipotesi che il primario di Radiologia dell'ospedale Maurizio Ascoli fosse stato uno dei consiglieri piu' fidati della cerchia di cui si circondava Bernardo Provenzano. Come lui, il boss di Prizzi Masino Cannella (imparentato con Mercadante), Pino Lipari, Nino Cina' e Vito Ciancimino.

L'imputato non avrebbe esitato ad assistere i mafiosi bisognosi di cure e si sarebbe prestato anche per eseguire o far eseguire delicati esami clinici su Saveria Palazzolo, compagna di Provenzano: il nome del medico, crittografato con un codice segreto, fu decrittato dagli esperti della polizia su una delle lettere che l'ex superlatitante di Corleone si scambiava con i familiari e che fu intercettata nel gennaio 2001, al momento della cattura del boss di Belmonte Mezzagno Benedetto Spera. Contro Mercadante, arrestato un pomeriggio di tre anni fa, il 10 luglio del 2006, anche le accuse di pentiti del calibro di Giovanni Brusca, Angelo Siino e Nino Giuffre' e una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali: l'ex deputato di Forza Italia era infatti gia' stato indagato per due volte, tra il 2001 e il 2005, ma in entrambi i casi la Dda di Palermo aveva preferito chiudere le indagini con l'archiviazione, in attesa di essere in possesso di elementi decisivi.

Secondo il pm Di Matteo, che aveva sostenuto l'accusa con i colleghi Domenico Gozzo e Maurizio De Lucia, oggi entrambi trasferiti in altre sedi, Mercadante avrebbe ottenuto i voti e gli appoggi elettorali dei boss, e si sarebbe prestato a fare da 'braccio politico' di Provenzano. Tra le ultime accuse anche quelle di Massimo Ciancimino, il figlio dell'ex sindaco di Palermo Vito, che aveva confermato quanto raccontato dal pentito Angelo Siino: Mercadante avrebbe chiesto di far uccidere un uomo, presunto amante della propria moglie, ma la condanna a morte sarebbe stata tramutata in 'esilio', perche' il 'fedifrago' era nipote del boss Pino Lipari.

28 luglio 2009

da affaritaliani

Saviano:"la mafia sta ipotecando il futuro dell'Europa"

Governo Berlusconi. Umilia e toglie poteri al Parlamento. La “rivoluzione” piduista quasi completata


di Fulvio Lo Cicero
Una deriva autoritaria senza precedenti nella storia della Repubblica, confermata dal ricorso a ripetuti voti di fiducia, nonostante la grandissima maggioranza di deputati e senatori. Unico argine ancora esistente, la Corte Costituzionale.


Non siamo più nemmeno alle “prove tecniche di regime” ma al regime. Questa constatazione la si trae – senza molta difficoltà – dalla tecnica oramai sperimentata da questo Governo nell’imporre i testi di legge al Parlamento. Una tecnica che consiste o nella decretazione di urgenza e nella conseguente contingentazione dei tempi di conversione in legge o nella sostituzione di interi “articolati” con i “maxiemendamenti”, solitamente proposti da qualche sconosciuto sherpa berlusconiano, e la correlativa richiesta di fiducia da parte della maggioranza, per limitare al massimo i tempi della discussione. Un’altra tecnica utilizzata è quella di predisporre disegni di legge delega, sui quali eventualmente porre la medesima fiducia, utili perché il Governo poi rediga la legge delegata, senza alcun passaggio parlamentare. In quest’ultimo caso, si tratta di un’altra espropriazione delle prerogative parlamentari. Infatti, l’art. 76 della Costituzione prevede che la legge delega sia un temporaneo passaggio di poteri normativi dalle Camere all’Esecutivo e debba pertanto contenere la determinazione dei tempi, dei principi e dei criteri direttivi che il Governo è necessariamente obbligato a rispettare nella formulazione della legge delegata. Ma se è lo stesso Esecutivo a formulare la legge delega (come pure prevede la Costituzione, che assegna proprio al potere esecutivo, fra gli altri, il potere di iniziativa legislativa), con il contingentamento dei tempi di discussione parlamentare, si verifica, contrariamente allo spirito costituzionale, un trasferimento permanente di poteri normativi al Governo, con conseguente esautorazione di qualsiasi ruolo del Parlamento.

È esattamente quanto avvenne durante il Ventennio mussoliniano, con la progressiva e rapida emarginazione delle due Camere e l’accoglimento di un modello di decretazione governativa che non dava più alcun modo al Parlamento non solo di esprimere una opinione ma perfino di “partecipare” al procedimento di produzione legislativa. Le Camere si trasformarono esattamente in quel “bivacco di manipoli” ipotizzati da Mussolini nel suo primo discorso alla Camera come Capo del Governo il 16 novembre del 1922, un luogo cioè dove alloggiare le truppe militarizzate del duce, sempre pronte a imbracciare manganelli e olio di ricino contro gli oppositori.

Perfino il contrappeso pur sempre rappresentato dal Presidente della Repubblica e dall’attribuzione al Colle di un potere di “filtro” di leggi palesemente anticostituzionali (che possono essere non promulgate e rinviate alle Camere per un riesame, con messaggio motivato) non può che apparire un debolissimo argine alla deriva autoritaria dell’attuale maggioranza. Per questo il Presidente Napolitano ha ragione quando asserisce che chi lo critica non conosce la Costituzione. Questi poteri di interdizione del Presidente sono infatti assai deboli. Lo sforzo dell’Assemblea Costituente fu quello di costruire un modello bilanciato di attribuzioni, assegnando al Presidente della Repubblica una indiretta partecipazione ai tre poteri (Legislativo, Esecutivo, Giudiziario), senza incarnarne alcuno in modo diretto. E così, l’articolo 74 (secondo comma) dispone che, in caso di riapprovazione di un testo di legge rimandato alle Camere dal Presidente, nella sua esatta veste originaria, già bocciata dal Quirinale, il Presidente ha l’obbligo di promulgarlo. Ora, Napolitano, attento e intelligente custode di quei poteri costituzionali, sta cercando in tutti i modi di evitare un conflitto pesantissimo fra sé e Berlusconi. In linea teorica potrebbe rifiutare la promulgazione della maggior parte dei provvedimenti di questa maggioranza, perché molti di essi calpestano la Costituzione ma se lo facesse, aprirebbe una stagione di perenne conflittualità fra Palazzo Chigi e Quirinale, con i risultati che tutti possono immaginare. Ecco che allora utilizza la strada della “moral suasion”, del tutto sconosciuta alle norme costituzionali, ma utilizzata sia da Scalfaro, sia da Ciampi e che consiste nel condizionare “ex ante” le decisioni dell’Esecutivo, per reindirizzarle nell’alveo costituzionale. Ma anche questa strada – che a Napolitano sembra comunque più percorribile rispetto al conflitto stabilizzato – è pur tuttavia irta di incongruenze, dato che, alla fin fine, consiste in una indebita ingerenza dei poteri presidenziali su quelli di impulso legislativo da parte del Governo.

All’attuale maggioranza, che sta svuotando di qualsiasi potere il Parlamento con la tecnica del voto di fiducia, tanto più strumentale quanto più appare evidente la grande predominanza di deputati e senatori di cui il Governo dispone dopo le elezioni dell’aprile 2008, manca soltanto la normalizzazione della Corte Costituzionale che, ora come ora, è l’unico Organo in grado di arginare la deriva autoritaria in atto, dato che, fra i suoi compiti, vi è quello centrale di “giudice delle leggi”, cioè di sindacabilità costituzionale delle norme approvate dal Parlamento. Ma, dopo la famosa cena fra due componenti della Corte e lo stato maggiore governativo, appare evidente che Berlusconi sta lavorando in quella direzione, anche se, in questo caso, le ipotesi di normalizzazione sono di più difficile realizzazione, dato che i cinque membri della Consulta nominati dal Parlamento devono ottenere una maggioranza qualificata (quindi anche l’opposizione deve votarli) e quelli nominati dal Presidente Napolitano certamente non possono che provenire da ambienti non sospetti di essere a libro paga del Cavaliere.

Da ciò la rilevante importanza che lo stesso Governo assegna a questo Organo, che in autunno esaminerà la dubbia costituzionalità del “lodo Alfano” e che, attualmente, stante lo svuotamento di poteri del Parlamento e la debolezza di quelli presidenziali, è l’unico serio contrappeso alla deriva berlusconiana di questa destra che assomiglia sempre di più ad un ridisegnato mussolinismo del XXI secolo.

da dazebao

lunedì 27 luglio 2009

Quando Bush censurava i ghiacciai. Ecco le foto segrete del riscaldamento


Sono mille scatti del supersatellite intorno a sei siti a rischio. L'Osservatorio geologico ha concordato la mossa con lo staff del presidente di ANGELO AQUARO (Repubblica)
NEW YORK - Le foto c'erano, chiare e dettagliate. "Un metro ogni pixel", gongola Thorsten Markus, il ricercatore tedesco volato da Brema alla Nasa per combattere la battaglia dell'ambiente: "Una risoluzione così non s'era mai vista, trenta volte superiore a quelle che avevamo a disposizione: qui si vede tutto". Cioè non si vede più nulla, perché il ghiaccio di Barrow, Alaska, non c'è più, sparito, inghiottito da quel mare Artico che è sempre meno Glaciale per il surriscaldamento. Sì, le foto c'erano: mille immagini scattate dal supersatellite intorno a sei siti a rischio sull'Oceano. Peccato che quegli scatti praticamente storici, prova visibile del global warming, fossero stati nascosti, proibiti, censurati: proprio da quel George Bush che già aveva classificato come segretissimi altri studi sull'effetto serra, compreso quello firmato, anno 2004, dal suo stesso Pentagono.

Prendete Barrow: è il villaggio più a nord del mondo, nell'Alaska fino all'altro ieri governata da Sarah Palin, con un occhio più alle trivelle petrolifere che ai ghiacci. Quattromila anime affacciate sul nulla eterno, una stazione del servizio meteorologico nazionale che si arrampicò già alla fine dell'Ottocento, e soprattutto la base del Noaa, il National Oceanic and Atmosphere Administration. Ecco, adesso nelle foto desecretate il disastro si vede a occhio nudo: questo, luglio 2006, è l'Oceano davanti a Barrow come è apparso da che mondo e mondo, con la linea dei ghiacci all'orizzonte, e questa è la stessa foto scattata nel luglio 2007, nulla di nulla: la striscia bianca non c'è più.

Le foto, straordinarie davvero, sono state fatte spuntare dal cassetto da un'agenzia governativa, l'Osservatorio geologico degli Stati Uniti, a poche ore dall'allarme lanciato sul clima dall'Accademia nazionale delle scienze, in una mossa che si presume concordata con lo staff dell'amministrazione Obama. L'ambiente è uno dei punti forti del programma di Barack, che appena un mese fa ha sbandierato come una grande vittoria l'approvazione alla Camera del pacchetto clima, malgrado le critiche dei verdi più radical delusi dal Cap and Trade, il meccanismo di compravendita dei "diritti" (ovviamente costosi) di inquinamento. Ora per il piano si prevede però una dura battaglia al Senato, dove già il presidente ha il suo bel da fare con la riforma sanitaria.

Ma le foto nascoste e riapparse aprono anche un altro fronte di lotta: quello per la sopravvivenza della ricerca scientifica. Dice Jane Lubchenco del Noaa: "Immagini come queste ormai sono la prova che cerchiamo, ma la flotta dei satelliti spia non è stata rimpiazzata e ora rischiamo il collasso. Lottiamo in un campo di battaglia in cui l'America si presenta cieca". In febbraio, scrive Suzanne Goldeberg, esperta di ambiente dell'inglese Guardian, un satellite della Nasa che trasportava strumenti per produrre la prima mappa dell'emissione di carbone intorno alla Terra è caduto nell'Antartico appena tre minuti dal decollo.

Non è un segnale incoraggiante. Ora nel piano di Obama ci sono 170 milioni per recuperare il gap. Per l'istituto di ricerca che lotta nei posti più impervi, come sulla trincea del nulla di Barrow, ne servono altri 390. Bush e Cheney facevano presto a risolvere il problema: bastava nasconderlo nel cassetto. Ma oggi il clima è cambiato, anche alla Casa Bianca. Peccato che insieme ai ghiacci siano spariti anche i fondi.

L'agente è gay? Va punita


Ha dichiarato di essere lesbica. Ha denunciato le discriminazioni subite. Ha sfilato al Pride. E ora il questore di Padova vuole il suo licenziamento

Il giorno prima aveva sfilato con altri 150 mila contro le discriminazioni sessuali al Gay Pride di Genova. Una volta ritornata a casa però ha trovato ad attenderla la lettera del suo 'capo', il questore di Padova, Luigi Savina, con cui si avvia la pratica della sua destituzione dalla Polizia. Luana Zanaga, 39 anni di Rovigo, in forza alla polizia patavina, nei mesi passati ha fatto coming out, rivelando pubblicamente la propria omosessualità. E da ottobre dello scorso anno, da quando ha reso pubblica la sua tendenza sessuale, per lei è cominciato un calvario. Dapprima è stata 'processata' da una commissione di disciplina, che ha proposto di punirla con una sospensione dal servizio 'fino a sei mesi'. Ma ora, forse, non farà nemmeno in tempo a scontare quella sanzione, perché è arrivata la nuova tegola: la destituzione. Che nei fatti significa licenziamento.

Il questore Savina nega che nel provvedimento si parli di licenziamento, ma non dice quale punizione intende infliggere all'agente Zanaga. Infatti con la lettera si è solo avviata la pratica di contestazione degli addebiti, mentre i provvedimenti adottati verranno resi noti solo successivamente. A parlare apertamente di destituzione è invece il funzionario incaricato di seguire il caso per conto del questore. E Savina infatti scrive che non è più sufficiente la sola 'deplorazione' con la conseguente sospensione. D'altra parte in questi giorni Luana Zanaga si è anche sentita rivolgere l'accusa di essere pericolosa. Perché, come è scritto espressamente nella lettera del questore Savina, alla fine di maggio ha rilasciato delle dichiarazioni, senza autorizzazione a 'L'espresso', riportate nell'articolo 'Agente gay a rapporto' e poi riprese dal sito Dagospia. Nell'articolo l'agente gay diceva di vivere in un ambiente omofobico, di aver subito il mobbing e di essere stata sottoposta a vessazioni. Come successe anni fa, quando la costrinsero ad andare dal medico per attestarne l'idoneità visto che era omosessuale. "Mi chiedevano se stavo bene con la mia omosessualità e io rispondevo che stavo benissimo", accennava nell'articolo.


Per il capo della Questura di Padova queste accuse sono fortemente denigratorie e portano discredito alla Polizia. Nessun cenno invece, nella lettera, agli altri giornali, riviste e tv che hanno riferito della poliziotta. O alla solidarietà manifestatale dal presidente della Camera, Gianfranco Fini. Pubblicazioni uscite nello stesso periodo e anche successivamente.

Più che per le dichiarazioni dell'agente Zanaga, viene il sospetto che l'infrazione più grave sia aver parlato con il nostro giornale. Invece di approfondire e verificare le accuse della poliziotta sull'ambiente omofobico, si preferisce rimuovere chi solleva dubbi e parla di discriminazioni. Nessuno, infatti, ha chiesto all'agente di portare le prove delle sue accuse. Una denuncia, la sua, circostanziata, precisa e grave, come nel caso dei due poliziotti che le scrissero che doveva "bruciare in un lager". Dunque non c'è stato accertamento della verità, ma è comunque in arrivo una punizione esemplare perché ha parlato.

Così Luana Zanaga rischia di veder svanire il sogno di una vita, cioè fare la poliziotta, solo perché difende e rivendica la propria sessualità

da Espresso

venerdì 24 luglio 2009

BREBEMI; Illusorie aspettative di sviluppo da “anni 60”


CON 1.620 milioni si possono comprare 540 nuovi treni pendolari

Puntare sulla BREBEMI, cioè in un settore maturo come quello delle opere civili con limitate ricadute tecnologiche e modesti effetti occupazionali per unità di spesa, per il rilancio dell’economia è un’illusione. Si creano aspettative da costoso ritorno agli anni ’60. Anche sotto il profilo trasportistico il progetto solleva notevoli perplessità, sono irrealistiche infatti le previsioni di 60mila veicoli al giorno sulla BREBEMI che sommati ai 120mila attuali della A4 (le due autostrade sono parallele) porterebbero alla poco credibile previsione di traffico complessivo di 180mila veicoli sull’asta Milano Brescia. Il vero nodo del settore è costituito dal fatto che l’80% della mobilità italiana è di breve distanza e solo il restante 20% di lunga distanza pertanto gli interventi urgenti sono quelli locali. I problemi di viabilità locale (di Chiari, Romano L. e Treviglio ecc.) non possono essere risolti facendo una nuova autostrada. Gravi problemi di congestione viabilistica si concentrano negli ultimi 10 Km in penetrazione nelle aree metropolitane,cosa che tutti gli automobilisti sanno, come nel caso di Milano e Brescia. Il nodo non è quello di raggiungere l’hinterland milanese ma di eliminare l’imbuto delle tangenziali.
Certo alcuni utenti saranno contenti, anche i costruttori, ma sono troppo pochi per giustificare un onere di spesa di 1.620 milioni di euro. Con questi soldi si potrebbero comprare 540 treni pendolari e risolvere cosi l’annoso problema ferroviario nazionale. Ci sono nuove, inutilizzate e costose linee ferroviarie ma scarseggiano i treni sul quadruplicamento della Milano Treviglio sulla raddoppiata linea Bergamo Treviglio e sul Passante di Milano a dimostrazione che più che a nuove opere civili serve una migliore capacità gestionale nei trasporti..

da Dario Balotta

Non voltiamoci dall'altra parte

Firma anche te questa letterea inviata a Repubblica

Non voltiamoci dall'altra parte
Caro direttore, le cronache di questi giorni raccontano di un paese che non reagisce ai gravi comportamenti del presidente del Consiglio. Non esiste nessun paese al mondo che tolleri le menzogne dei propri governanti.

Siamo un caso unico. Sono state davvero poche le voci che hanno cercato di non far passare il tempo per evitare che l'assuefazione addormenti la coscienza pubblica.

Sì, in questo momento noi crediamo che occorra uno scatto d'orgoglio di tutti gli italiani che pensano che la menzogna sia un danno al paese e alla sua credibilità. Se Berlusconi sia un santo o no interessa davvero poco.
Qui si parla di una questione politica e le domande che emergono impongono risposte non equivoche. Si può impunemente mentire al paese? Si è messa a rischio la sicurezza nazionale? Quanto si sono sovrapposti gli interessi privati alle funzioni pubbliche? Le questioni sono decisive. Riguardano la credibilità delle istituzioni e l'autorevolezza della classe dirigente.

Non è superfluo ricordare quanto impone l'articolo 54 della nostra Costituzione: "I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore". Quello che emerge dalle inchieste giudiziarie non può essere considerato il fatto personale di un "utilizzatore finale". Coinvolge tutti e non può essere accantonato dalla politica. Soprattutto dal Partito Democratico.

Ecco perché invitiamo il nostro partito a utilizzare le sue feste e le sue iniziative per rilanciare nel paese una profonda riflessione sui danni che sta provocando il Presidente del Consiglio. In questo momento tutti coloro che vogliono bene al nostro paese, in qualsiasi formazione militino, devono trovare il coraggio di non girarsi dall'altra parte.

Rita Borsellino
Gianrico Carofiglio
Sergio Cofferati
David Sassòli
Debora Serracchiani
Luigi Zanda

Berlusconi inaugura la Brebemi Legambiente: «Serve agli speculatori»


Il presidente del consiglio ha dato il via al cantiere di Urago d'Oglio dell'autostrada che collegherà Brescia a Milano. Gli ambientalisti non ci stanno a veder sostituita la campagna con i capannoni e le lottizzazioni che porterà con sé. E denunciano i forti danni che subirà il territorio e l'agricoltura locale
Silvio Berlusconi ha dato il via ieri al cantiere di Urago d'Oglio della Brebemi, l'autostrada direttissima che collegherà Brescia a Milano. Il presidente del consiglio ha attivato lo starter della betoniera che ha scaricato sulla prima pietra la prima colata di cemento, accanto alla colonnina elettronica con il conto alla rovescia dei giorni che mancano al termine dell'opera: 1.259. I lavori, infatti, termineranno il 31 dicembre del 2012. Il progetto, definito dal Cipe nel giugno di quest'anno, prevede un tracciato di 62,1 chilometri collegando Brescia a Milano senza passare da Bergamo, decongestionando così la A4.

Gli ambientalisti non ci stanno a veder sostituita la campagna con i capannoni, i centri commerciali e le lottizzazioni che la BreBeMi porterà con sé: per questo, mentre con bossi e Matteoli Berlusconi dava il via ai lavori, si sono dati appuntamento nel Parco Oglio Nord, in una delle tante cascine che verrebbero rase al suolo se venisse realizzata la BreBeMi. "La Brebemi serve a questo – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – a creare un comodo accesso alle future speculazioni edilizie che sorgeranno dove oggi ci sono cascine e campi di produzione. Non c'è altra spiegazione plausibile per un'autostrada inutile, che nasce nell'hinterland bresciano e si impantana a Liscate in mezzo alla campagna del Parco Sud, in attesa della futuristica tangenziale esterna di Milano. Al patto scellerato tra amministratori regionali e partito del cemento non basta il Piano Casa: ora vogliono distruggere una delle campagne più produttive d’Italia”.

Le stime di traffico indicano che l'autostrada, a regime, sarà percorsa da circa 60 mila veicoli al giorno e libererà la viabilità locale dalla congestione ormai cronica. L'autostrada avrà un impianto di illuminazione su tutto il tracciato dove saranno installate centinaia di telecamere per monitorare il traffico e 60 cartelli informativi a messaggio variabile. Il progetto prevede la realizzazione di opere e misure di compensazione dell'impatto ambientale: saranno realizzati interventi per 181 milioni di euro. Ma i conti di Legambiente dicono benaltro. Innanzitutto, la scelta, solo apparentemente razionale, di affiancare all'autostrada il tracciato della futura ferrovia ad alta velocità Milano–Brescia farà sì che i campi verranno spazzati via per una larghezza pari a cinque volte quella del nastro d'asfalto: 1200 ettari di campagna cancellati per essere occupati dal sedime di autostrada, ferrovia, scarpate e spazi interclusi tra le due opere, che diverranno inaccessibili e quindi inutilizzabili. Aggiungendo lo spazio occupato da opere accessorie, svincoli, viabilità complementari e inevitabili lottizzazioni che sorgeranno ai ridosso degli 8 svincoli previsti, il danno alla zootecnia lombarda può essere quantificato in una perdita secca e definitiva di un centinaio di aziende medie, come dire 200.000 litri di latte al giorno.

Il costo complessivo dell'opera, tutta in project financing, sarà di 1.611 milioni di euro. "Con i nostri ricorsi sveleremo i trucchi della finanza di progetto, che porterà i contribuenti a pagare l'autostrada due volte: la prima volta per costruirla, la seconda per pagarne i pedaggi – rivela Dario Balotta, bresciano ed esperto di trasporti per Legambiente - Un duplicato della Milano-Venezia non aiuterà a risolvere i problemi che hanno i bresciani a raggiungere il centro di Milano: non servono nuove corsie in mezzo alla campagna, occorre risolvere il nodo di congestione delle tangenziali milanesi e disporre di una efficiente alternativa ferroviaria”

È stato stimato che ogni anno verranno creati circa 10mila posti di lavoro diretti e indiretti con un incremento annuo del Pil della Lombardia stimato in 400 milioni di euro. Con l'entrata in funzione della BreBeMi saranno risparmiati 6,8 milioni di ore attualmente perse in code e circa 20 milioni di ore in termini di riduzione dei tempi di percorrenza lungo i principali itinerari est-ovest. Ma gli ambientalisti non risparmiano critiche alla qualità del progetto, giudicata pessima. Ci sono voluti 10 anni per fare un progetto privo di compensazioni ambientali, se si escludono 4 milioni di euro da dividere tra i cinque parchi regionali che verrebbero devastati dai cantieri: alle compensazioni ambientali verrà destinato solo lo 0,25% dei costi complessivi dell'opera. Un'assurdità, possibile per il fatto che il progetto preliminare, nel lontano 2004, venne presentato con una VIA talmente carente da determinarne la bocciatura, poi by-passata con incredibili forzature contro le quali pende il ricorso al Consiglio di Stato depositato da Legambiente. “Ma la nostra battaglia legale è appena iniziata: non appena sarà pubblicata la delibera Cipe che approva il progetto definitivo, i nostri legali si metteranno al lavoro per impugnare anche quella”.

da lanuovaecologia.it

giovedì 23 luglio 2009

Io mi aspetto........


Io mi aspetto prima di morire di vedere gli italiani svegliarsi.


FORSE MI ASPETTO TROPPO ..
MA ALMENO LASCIATEMI
VIVERE CON LA SPERANZA...

Sono nata alla vigilia di una guerra mondiale, i miei primi ricordi di bambina sono legati a telegiornali altisonanti e monotematici, in cui la voce di "quell'altro" dominava su tutto. di Laura Picchetti


Una voce stentorea e piena di pause ad effetto, riempite da acclamazioni ed applausi,che oggi sappiamo preregistrate ed applicate come una sorta di controcanto necessario e indispensabile per ottenere l'effetto voluto sulle masse ignoranti e non
ancora smaliziate.
Il popolo italiano che veniva rappresentato, per esempio, sulla diffusissima collezione del "Tesoro degli Italiani " era costituito da un gregge infinito di giovani prestanti atleti ... sempre impegnati in figure sportive,canottiere bianche, anelli, assi di equilibrio.... etc.....Tutti sani..tutti sportivi e , soprattutto, tutti nella prescritta adorazione del dux anche egli, eternamente fotografato a torso nudo e abbronzato mentre miete grano e falcia erba.






MUSSOLINI aveva capito molto bene e, per primo, l'importanza delle immagini e dei telegiornali.... l'importanza della propaganda costante ...
I DIARI DEI BAMBINI DELLE PRIME CLASSI ELEMENTARI CHE IO HO AVUTO LA VENTURA DI VEDERE IN CASA MIA..... SONO UNO SPIETATO E INDIMENTICABILE ESEMPIO DI QUANTO FOSSE CAPILLARMENTE DIFFUSO IL TENTATIVO DI PLAGIARE GLI INGENUI COMINCIANDO DALLA PIU' TENERA ETA'.












Forse è per questo che oggi non mi ci ritrovo in questa italietta spettatrice incantata e acritica di programmi mediaset.... pieni di ragazzette poco vestite.....canzonette....farse e comicità a buon mercato.
Cosi come non sopporto quella presenza continua e ributtante.....di un solo uomo....che sempre di più occupa TUTTO LO SCHERMO CON LA SUA INGOMBRANTE E RIPETITIVA PRESENZA.
E mi rendo perfettamente conto che non si tratta solo di presenza fisica e parlante,
ma.... mi sembra anche di vedere .... che, dietro di lui ....dietro la sua ombra
ridicola e volgare,c'è tutto un manipolo di personaggi.....che fanno i loro affari,
che mandano avanti i loro intrallazzi... le loro ambizioni ....tenute giusto un
pochino nascoste, mentre si fa di tutto per far apparire una unanimita' di intenti
che non faccia ombra al capo .....per poter continuare, ....senza tema di vedere
scoperti, i propri loschi traffici.

So bene che , al bisogno, magari tra non molto, questi personaggi si metteranno d'accordo e lo butteranno a mare, pronti a sostituirlo con un altro feticcio, che possa facilmente prendere il suo posto e che continui a promulgare leggi e leggine che vanno solo nella direzione di avvantaggiare chi gia è ricco e lasciando sempre più scoperti i bisogni della popolazione che " non conta".
Questi personaggi sono gia' al lavoro, per scegliere un successore di loro gradimento e, al momento opportuno, lo tireranno fuori dal cappello a cilindro, facendolo alternativamente,sembrare un prolungamento o un cambiamento del precedente dux....cosi da non scontentare alcuna parte delle masse ....plagiate.

L' unica mia speranza e' che non si debba arrivare ad una guerra..per detronizare
un dux..e per far salire un altro feticcio .... al soglio.

E COSI' ANCORA UNA VOLTA ..CAMBIERA' TUTTO .. PER NON CAMBIARE NIENTE.....

Piano Casa Lombardia, addio ai parchi, alle aeree protette e al patrimonio culturale


La Regione Lombardia ha dato avvio al Piano Casa, con l’approvazione della legge regionale 13/2009, che consente interventi di edilizia anche nei parchi e nelle aree protette su approvazione dei comuni.

Le conseguenze del Piano Casa all’italiana sono disastrose per l’ambiente e per la tutela del patrimonio culturale ed artistico, perchè terreni fertili e costruzioni storiche sono a rischio per gli aumenti di cubatura concessi dalla nuova legge.

A ciò si aggiunge la diminuzione dei soprintendenti, dei mezzi a disposizione ed un ritardo nella pubblicazione del Codice dei Beni Culturali, che permette un giudizio solo a lavori conclusi. Viene quindi meno il potere di intervenire a bloccare i lavori nelle aree protette, avviati grazie a licenze comunali.

Perchè il nostro patrimonio culturale ed ambientale non sparisca sotto la logica del mattone e del cemento, Fai, Italianostra, Legambiente, WWf e Lipu hanno chiesto il blocco del Piano Casa della regione Lombardia, soprattutto riguardo alla norma che permette ampliamenti fino al 20% nei centri storici e nei parchi. Mentre l’Ance festeggia l’approvazione del Piano Casa per il rilancio dell’edilizia, sentitevi benvenuti nell’era in cui sarà possibile vedere ville spuntare nei parchi pubblici e dependances private dai palazzi storici, con la Lombardia a fare da apripista.

da ecoblog

Il Governo boccia il solare termodinamico


In un’intervista al Corriere della Sera di circa dieci giorni fa, il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia aveva messo in guardia sul rischio che il patto sul clima del G8, che prevede il taglio dell’80% dei gas serra entro il 2050, “resti un’utopia”.

Prima e principale via da seguire per poter almeno tentare di centrare l’obiettivo è non cedere nemmeno un centimetro nella ricerca delle fonti alternative di energia. Purtroppo, la mozione presentata dal Governo stamattina, sembra cedere distanze ben maggiori.

La brusca frenata arriva sul terreno del solare termodinamico che, secondo la mozione di oggi (a firma, tra gli altri, di Gasparri, Quagliariello, Nania e Dell’Utri), sarebbe altamente critica e dalle incerte le potenzialità: “I primi tentativi di realizzare impianti di solare termodinamico anche di consistenti dimensioni, risalenti a più di 30 anni or sono, non sono stati persuasivi nei risultati e quindi abbandonati e attualmente è inoltre difficile prevedere quali potranno essere i costi di installazione e gestione di tale tecnologia in futuro…pertanto, appare economicamente più vantaggioso puntare sulle tecnologie per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per le quali i costi connessi alla curva di apprendimento risultano prossimi alla combinazione ottimale di efficacia ed efficienza quali, in particolare, le tecnologie del solare fotovoltaico, del consumo di biomasse e dell’eolico… e destinare ai suddetti obiettivi tutte le possibili risorse, ivi comprese quelle dei fondi non attivati per l’incentivazione di energie non ritenute proficue”.

Una scelta che potrebbe avere pesanti conseguenza e che può essere letta come un consapevole indirizzamento delle risorse disponibili verso altre fonti energetiche e, segnatamente, il nucleare. E pensare che proprio ieri il Governo canadese ha sospeso una gara per due reattori atomici per eccesso di costo: 4.600 euro per kW installato, per un totale di 15 miliardi di euro.

Ma si sa, sono scelte quasi esclusivamente politiche e non “scientifiche”, però bisogna fare attenzione perché uscire da grossi progetti e percorsi di ricerca internazionali potrebbe farci rimanere ancora più indietro rispetto ai nostri partners europei rispetto ai quali, solo 15 anni fa, eravamo leader incontrastati del settore.



A dimostrazione che il settore è in forte espansione, ricordiamo che da circa venti anni sono in esercizio nove grandi impianti termoelettrici solari di questo tipo in California e nel deserto del Mojave per una potenza elettrica complessiva di 350 MW, e nel 2007, sempre negli Stati Uniti, è entrata in esercizio la prima centrale americana di nuova generazione, Nevada Solar One, per una potenza di capacità installata di 64 MWh.

In Europa è stata la Spagna ad aver avviato a partire dal 2004 un programma industriale finalizzato alla realizzazione di una trentina di centrali di potenza complessiva di circa 1.300 MWh, e nel 2007, il gruppo italiano Gengroup, specializzato per la produzione di energia da fonti rinnovabili, è stato incaricato della realizzazione in Libia della prima fase della costruzione di una centrale a ciclo solare termodinamico.

Abbiamo poi recentemente parlato del progetto Desertec e della concreta possibilità che investendo nel nuovo solare termodinamico a concentrazione si possa, nel giro di non molti anni, coprire buona parte del fabbisogno energetico europeo senza gli innumerevoli problemi (artatamente negati) dell’energia nucleare.

Non ci resta che sperare in una presa di coscienza dei singoli parlamentari!

da Il pannello fotovoltaico

mercoledì 22 luglio 2009

La monarchia di Palazzolo sull'Oglio


Faccio riferimento all'articolo che abbiamo pubblicato l'altro giorno; e ancora ci poniamo la stessa domanda: ma secondo quale legge non è concesso filmare un consiglio comunale???

C’ERA UNA VOLTA LA TELECAMERA

Sintesi del consiglio comunale del 20 luglio 2009

Niente telecamere al secondo consiglio comunale. Il Presidente Chiodini ce lo ricorda subito aprendo la seduta e comunicandoci che non è possibile registrare né fotografare con telefoni cellulari il consiglio comunale e che la ripresa tramite telecamere verrà concessa solo se preventivamente autorizzata. Il Presidente Chiodini non specifica, tra l’altro, a quale legge o regolamento questa disposizione faccia riferimento. Questa mancata specifica non è casuale ma consapevole e a dimostrarlo è il fatto che non esiste una norma che vieti di riprendere i nostri dipendenti in una seduta pubblica.

La seduta procede con una serie di interrogazioni, fra cui ricordiamo le principali:

- la richiesta di aggiornamenti da parte del PD in merito alla costruzione del Centro Commerciale di Quintano. Il Sindaco ribadisce che procederà con il ricorso al TAR per impedirne la costruzione ma che comunque la decisione spetta alla Regione, che ha già concesso l’autorizzazione.

- la richiesta di spiegazioni da parte di Impegno Civica e Palazzolo Cambia-UDC in merito alla chiusura dell’accesso che collega il Centro Diurno Orsatti con il parco della Villa Kupfer, dal momento che tale blocco potrebbe minare l’incolumità dei pedoni che si vedrebbero costretti ad attraversare la strada più volte per entrare e uscire dal parco. Il Sindaco risponde che la decisione è stata presa da lui e che “I cancelli sono chiusi e resteranno chiusi” senza dare ulteriori spiegazioni. Si potrà accedere solamente dal parcheggio della ex sede dei carabinieri. La risposta del sindaco non convince il consigliere Rubagotti che ne sottolinea la sibillinità.

- l’interrogazione da parte dei medesimi consiglieri in merito alla presenza di una collaboratrice del sindaco all’interno del comune in termini di credenziali, ruolo e compenso della stessa. Secondo il sindaco la signora sarebbe una persona di propria fiducia che conosce i metodi del suo lavoro e che al momento non percepisce contributi comunali, ma che a breve verrà integrata nello staff. La signora è iscritta all’albo dei giornalisti e si dovrebbe occupare di comunicazione con funzione di addetta stampa. Il consigliere Ravelli (UDC) ricorda che la legge prevede sì l’inserimento di una persona in staff ma per posizioni ed attività dirigenziali di alta specializzazione e che per la scelta della medesima si dovrebbe ricorrere in via prioritaria ad un/a dipendente comunale. A tal proposito, si riserva di visionare il curriculum della signora. Il sindaco sente la necessità di ricordare a Ravelli che tale persona dovrà lavorare per lui e non per il consigliere. Noi vorremmo ricordargli: ma il sindaco non lavora per noi prima che per se stesso? Il consigliere Rubagotti avrà infine modo di ricordare, nel corso della seduta, il costo a carico del Comune (secondo una delibera di Giunta) che tale figura professionale va a comportare: circa 60mila euro.

Segue la discussione di alcune mozioni proposte dal PD: l’intitolazione di una via o una piazza a Neda Soldano, la giovane donna uccisa mentre protestava pacificamente in Iran, il recupero della Rocha Magna e la richiesta di una nuova sede per l’Accademia Musicale.

Tutte le mozioni vengono sistematicamente bocciate in sede di votazione. Di particolare interesse la motivazione della bocciatura dell’intitolazione a Neda Soldano: poiché non esiste alcun regolamento che disciplini l’intitolazione di una strada, in assenza del medesimo, non è possibile esaudire la richiesta del consigliere del PD Valli. La domanda sorge spontanea: come avranno fatto finora, in assenza di tale regolamento, ad intitolare le strade di Palazzolo?

Altrettanto interessante la bocciatura della richiesta di una nuova sede all’Accademia Musicale, dopo che il Sindaco aveva appena affermato che la nuova sede ci sarà e si troverà nel complesso della nuova scuola materna. La domanda a questo proposito è: se la sede verrà concessa, perché bocciare la mozione che ne ha fatta richiesta?

La seduta si conclude con le ultime discussioni, fra cui una mozione proposta dalla maggioranza per accedere ad alcuni finanziamenti agevolati per il progetto Green Day di riqualifica del fiume Oglio (mozione votata all’unanimità) e la votazione per il rinnovo della commissione preposta all’aggiornamento dei giudici popolari che ha visto eletti il consigliere Fratus (Lega) per la maggioranza ed il consigliere Zanni per la minoranza (PD).

L’associazione Palazzolo a 5 Stelle, a fine consiglio, si è immediatamente premurata di chiedere al presidente del consiglio comunale Chiodini le modalità per richiedere l’autorizzazione a riprendere i consigli e siamo al momento in attesa di risposta.

a cura di Palazzolo a 5 stelle

Delitto Olgiata, Vespa condannato per diffamazione



La quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato la condanna, già inflitta in appello, a mille euro di multa ciascuno, per Bruno Vespa e la giornalista Valentina Finetti, accusati di diffamazione nei confronti del costruttore Pietro Mattei per un servizio sull'omicidio della contessa Alberica Filo della Torre avvenuto nella zona dell'Olgiata a Roma il 10 luglio del 1991.

Il servizio venne mandato in onda nella trasmissione Porta a Porta il 13 febbraio del 2002. La sentenza di appello ribaltò l'assoluzione decisa dal tribunale nel 2005. Pietro Mattei, marito della vittima si era costituito parte civile assieme ai due figli attraverso l'avvocato Luigi Di Majo.

Secondo l'accusa, nel servizio mandato in onda su Raiuno, veniva offesa la reputazione di Mattei e dei figli, accostando
l'omicidio a misteriosi conti miliardari, ad una relazione extraconiugale della vittima con un funzionario del servizi
segreti, a un desiderio della stessa vittima di divorziare, ai fondi neri del Sisde, a presunti depistaggi».

Nel resoconto di Porta a Porta si affermava «che Pietro Mattei era stato sospettato dell'omicidio della moglie ma
scagionato grazie all'analisi del Dna e che era stato accusato da una donna che avrebbe fornito ai magistrati nuovi elementi "consegnando anche gli abiti che l'uomo avrebbe indossato il giorno dell'omicidiò, omettendo di riferire che la donna era stata condannata per diffamazione a mezzo stampa in danni di Mattei».

«Auguro a tutti i direttori di giornali di prendersi dopo tanti anni una condanna a mille euro di multa, per omesso controllo di una notizia per la quale era stata offerta anche una rettifica», è il commento di Vespa.

da Unita

Le centrali energetiche del futuro? Gli edifici



L'uomo deve impegnarsi concretamente al recupero dell'ambiente partendo dalle proprie abitazioni, dalle città dove è concentrato gran parte del problema energetico del pianeta: è necessaria una vera e propria “rivoluzione” in architettura, come previsto dalla “dichiarazione di Venezia” firmata da architetti di fama internazionale sul tema della sostenibilità. L'obiettivo è di consentire a milioni di persone di produrre energia pulita e rinnovabile propria tramite le loro attività commerciali, istituzioni pubbliche e abitazioni e di condividere le eccedenze energetiche con altri tramite reti intelligenti di servizi pubblici, avviando di fatto la Terza Rivoluzione industriale e una nuova era post-anidride carbonica.

È quanto emerge dal workshop, promosso dal centro di ricerca Citera, svoltosi ieri 15 giugno alla facoltà di architettura Valle Giulia dell'Università la Sapienza di Roma, a cui ha partecipato con una “lectio magistralis” l'economista di fama internazionale Jeremy Rifkin, presidente della Foundation on Economic Trends, firmatario della “Dichiarazione”.

La “Dichiarazione di Venezia”
Obiettivo del seminario era quello di definire il ruolo e l'apporto degli architetti all'interno di quella che l'economista e filosofo americano ha profetizzato la terza rivoluzione industriale, i cui quattro "pilastri" sono le energie rinnovabili, gli edifici ad energia positiva, l'idrogeno e le reti intelligenti. La base di partenza è la Dichiarazione di Venezia, un vero e proprio proclama sui fondamenti del nuovo paradigma dell'architettura sostenibile presentato all'11.ma Mostra internazionale di Architettura della Biennale di Venezia.

Alla giornata di discussione hanno preso parte, fra gli altri, il Rettore della Sapienza, Luigi Frati, il Direttore del Citera della Sapienza, Livio De Santoli, il Presidente di Foundation on Economic Trends, Jeremy Rifkin e gli architetti Stefano Boeri, Mario Cucinella e Franco Purini. Importante la partecipazione di numerosi esperti stranieri, in particolare delle nazioni che hanno per prime messo in pratica i nuovi principi dell'architettura, come Francia e Spagna.

Edifici come centrali energetiche
Secondo Rifkin, la crisi dell'economia e della finanza tradizionali e l'emergere del problema del riscaldamento globale consente di volgere la crisi in opportunità, realizzando una vera e propria rivoluzione nel modo di produrre, immagazzinare e distribuire l'energia. Al centro di questa visione Rifkin pone gli edifici, le nostre case che dovranno essere riconvertite in “centrali energetiche”, con al proprio interno tutti gli strumenti e gli elementi in grado di ottimizzare l'efficienza energetica. “Il G8 dovrebbe convincere i grandi leader a dare vita alla terza rivoluzione industriale, vale a dire un modello sostenibile che faccia convergere impresa, politica e società civile sui temi delle energie rinnovabili e la riconversione degli edifici”, ha affermato Rifkin a margine del forum internazionale della sostenibilità.


Edifici ancora energivori
Renato Cremonesi, presidente della Cremonesi Consulenze, è intervenuto nel corso della Seconda Sessione del Seminario, dedicata agli “Edifici ad Energia Positiva”, su “L'esperienza italiana: la gestione energetica degli immobili”. Secondo i dati forniti da Cremonesi, i consumi di energia primaria (l'energia che serve a mantenere le condizioni di comfort all'interno di un edificio) sono pari a 31.158.240 tep (tonnellate equivalenti di petrolio, cioè la quantità di energia contenuta in una tonnellata di petrolio) che a loro volta portano a una bolletta energetica di 32.069.720.871 euro. La fetta maggiore di questa cifra è destinata ai consumi termici (66%) mentre la parte restante viene spesa per i consumi elettrici (34%).

I consumi termici, quindi, fanno la parte del leone nel bilancio energetico delle nostre abitazioni, in particolare per quel che riguarda il riscaldamento che rappresenta il 55% delle spese totali. Per quanto riguarda le emissioni di CO2 anche in questo caso si registra una predominanza dei consumi termici (59%) all'origine delle emissioni di gas a effetto serra, mentre il 41% è originato dai consumi elettrici. “Il sistema italiano - ha affermato Cremonesi - deve effettuare una netta inversione di marcia per passare a un migliore sfruttamento dell'energia, visto e considerato che attualmente il 55% dell'energia legata alle case in cui viviamo viene dispersa, cioè sprecata”.

“Partire dalle città - ha aggiunto Livio de Santoli, direttore del centro i ricerca Citera - significa affrontare il problema energetico degli edifici e della mobilità. No, quindi, alla logica consumistica che ha condotto l'uomo all'isolamento ma egli deve trasformarsi da consumatore di energia (passivo) a produttore di energia (attivo) in una rete globale, condividendo l'energia prodotta con gli altri”.

da Casaeclima

L'arroganza del sindaco di Firenze Matteo Renzi






In un articolo di AltraBrescia è stato dato spazio a 50 medici schierati al fianco della Dott.ssa Patrizia Gentilini nella sua causa contro l'aggressione verbale da parte dell'allora candidato sindaco di Firenze Matteo Renzi.

Oggi si torna sull'argomento, l'allora candidato sindaco è oggi il sindaco di Firenze ma il suo "stile" non è certo cambiato. Il 26 giugno all'uscita dell'udienza per tentare la cociliazione il sindco Renzi ha superato se stesso, arrivando a esternare tutta la sua arroganza e mancanza di rispetto. E' riuscito a dire che quando ha chiamato la dottoressa Gentilini "Maga Magò" si sarebbe aspettato di ricevere una denuncia dalla Maga anzichè dalla dottoressa, noi riteniamo queste parole veramente gravissime.
Qui l'articolo di Repubblica che riporta l'accaduto.
Durante la trasmissione televisiva, nella quale Renzi aveva offeso la Dottoressa, qualcuno poteva pensare ad una reazione esagerata e ingiustificabile ma pur sempre dettata dalla "foga" dello scambio in diretta TV. All'udienza invece non ci sono scusanti per Renzi che deliberatamente continua ad offendere la Dottoressa Patrizia Gentilini, stimata oncologa, membro della giunta esecutiva ISDE Italia e vicepresidente dell' Associazione contro Leucemie, Linfomi, Mieloma (AIL) sezione Forlì-Cesena, un medico che da anni si batte per la salute di tutti che è indissolubilmente legata alla qualità dell'ambiente in cui viviamo.
Forse è proprio questo a dar fastidio: il suo impegno è scomodo, ed è tanto più scomodo quanto più viene riconosciuto il suo valore professionale, cercare di screditarla è vitale per chi vuole impunemente continuare a costruire inceneritori sulla pelle della gente.

Tutti i nostri lettori ben conoscono la Dott.ssa Patrizia Gentilini, ma potete comunque sfogliare il nostro archivio qui e saperne di più.

da Altrabrescia

martedì 21 luglio 2009

Rai: stravolte le più elementari regole aziendali


Da giorni e giorni, legittimamente, perché così è sempre accaduto, l'attenzione dei media è puntata sui futuri organigrammi Rai. Il toto nomine impazza. Nel frattempo rischia di impazzire l'azienda. Dei futuri organigrammi ci interessa molto poco perché in Rai sta accadendo qualcosa di molto più grave che non la tradizionale spartizione dei lotti. Si sta infatti assistendo ad uno stravolgimento delle più elementari regole aziendali e ad un affossamento di qualsiasi piano strategico. In una indifferenza quasi generale, salvo le importanti prese di posizione di Carlo Verna, segretario dell’Usigrai, dell’Adrai, di alcune organizzazioni sindacali e di qualche consigliere di amministrazione, si è arrivati alla nomina di un direttore generale ombra come ha efficacemente detto il consigliere Rizzo Nervo, ad una bizzarra distribuzione delle regole tra i vicedirettore generali, ad un tentativo di moltiplicazione delle cariche attraverso un finto piano della radiofonia. Come se non bastasse si sta tentando di creare una forzata alleanza tra Rai e Mediaset contro il resto del mondo, non viene affrontato il grande tema della pubblicità istituzionale e che sempre più si allontana dalla Rai, non si sfiora neanche più il tema dei new media e del loro futuro. Non si parla della confusione e della mancanza di strategie sulle offerte dei nuovi canali permessi dal digitale terrestre e sul rapporto fra questi e la tradizionale offerta generalista (per non parlare dello sconcertante silenzio su Rainews24 ridotta a oggetto di scambio), si assiste ad una umiliazione delle professionalità interne e ad un tentativo di ulteriore riduzione del pluralismo editoriale attraverso un’aggressione mirata e continua nei confronti di Raitre e del Tg3 e di chiunque non accetti questo stato di cose.
A questo punto Non è più possibile far finta di non vedere e così come esiste un trasversalismo deteriore di piccoli gruppi che tentano di costruire una sorta di polo unico Raiset, con Rai in funzione subalterna, è giunto il momento in modo pubblico, palese e trasparente di promuovere in sede istituzionale e politica, ma soprattutto in sede professionale e aziendale uno schieramento trasversale formato da quanti, comunque collocati (e ce ne sono non pochi anche nella destra politica e aziendale) non intendono accettare la progressiva liquidazione di una grande impresa pubblica e soprattutto la liquidazione di quel poco che resta della sua autonomia.

da Articolo21

L'autodistruzione del PD



Ecco un passaggio molto signigicativo

A Grillo hanno detto che non poteva neanche tesserarsi, mi sono molto incuriosito per questo statuto del Partito Democratico, perché è uno statuto particolare, uno statuto che è un po’ flessibile è come la legge secondo un famoso detto, credo, di Giovanni Giolitti che la legge per gli amici si interpreta e per i nemici si applica, in base allo statuto si è detto che Grillo non si sarebbe potuto iscrivere perché si riconosce in un movimento ostile al Partito Democratico che sarebbe quello delle liste civiche a 5 stelle, così hanno detto i garanti o il gran consiglio degli ayatollah presieduti da Berlinguer, quello sbagliato però, non purtroppo da Enrico e questo statuto però poi esiste, c’è anche su Internet, Paolo Flores DArcais è andato a vederlo e ha scoperto che in realtà nello statuto non c’è alcun accenno all’ispirarsi e al riconoscersi in un movimento ostile al PD, c’è un unico paio di motivi per i quali non ci si può iscrivere: Art. 2, comma 8, parla di persone che siano iscritte a altri partiti politici o aderiscano a gruppi di altri partiti politici all’interno di organi istituzionali elettivi. Grillo com’è noto non è iscritto a alcun partito politico e quanto a gruppi all’interno di organi istituzionali elettivi non fa parte di nessuna assemblea elettiva, com’è noto e quindi non può fare neanche parte di gruppi all’interno di assemblee elettive.

Quindi questo comitato di garanti si è inventato una norma ad personam, anzi contra personam, nella migliore tradizione berlusconiana, poi vi stupite se questi non fanno l’opposizione a Berlusconi, usano gli stessi metodi!

Perchè le telecamere devono rimanere spente per un consiglio comunale?



E' questa la domanda che molti si chiedono e ci chiediamo anche noi, e speriamo che le forze dell'ordine ci diano una risposta: perchè le telecamere devono rimanere spente per un consiglio comunale? Quali segreti di stato possono essere discussi nel consiglio del comune di Palazzolo?
Da vero ingenuo me lo stò chiedendo e non riesco a rispondermi... PERCHE'?
Vi inoltro la lettera del rappresentante di Palazzolo a 5 stelle:

CE LO ASPETTAVAMO.
Questo pomeriggio sono stato convocato dal comando dei carabinieri per una conversazione relativa all’attività di ripresa dei consigli comunali, ho chiarito i nostri intenti e spiegato le ragioni per le quali riteniamo necessario svolgere il ruolo di canale informativo.

L’amministrazione sembra aver preso posizione nella questione facendo sapere alle forze dell’ordine che non è di loro gradimento la registrazione degli stessi. Il motivo della chiamata lo si deve all’accortezza del Comandante, che per evitare il verificarsi di situazioni poco piacevoli durante lo svolgimento dei prossimi consigli comunali ha preferito incontrarmi per parlarne.

Per non creare disordini ho dato la mia parola: il sottoscritto questa sera non effettuerà alcuna ripresa.

Saremo comunque presenti a documentare (taccuini alla mano) il resoconto dell’assemblea. Dopodiché chiederemo spiegazioni ai nostri dipendenti – rappresentanti.

Dal blog facciamo un duplice appello: il primo ai rappresentanti di tutti i gruppi consiliari affinché sostengano e regolamentino la diffusione web dei consigli comunali a scopo informativo consentendone le riprese ai cittadini che ne facciano un uso di servizio alla collettività, il secondo ai cittadini palazzolesi, affinché ci sostengano nella nostra opera di impegno civile posto a garantire trasparenza.

a cura di Cominardi Claudio

lunedì 20 luglio 2009

Un marziano nel consiglio comunale di Bologna



Giovanni Favia è stato eletto consigliere comunale a Bologna. La sua prima apparizione in consiglio è sembrata quella di un marziano. Mentre parlava, gli altri consiglieri lo guardavano come l'anticristo. Il Fiato sul Collo è entrato in Comune. I bolognesi saranno informati di ogni decisione che li riguarda. Anche un consigliere della Lega è entrato nel consiglio per la prima volta. Ma ci hanno messo venticinque anni per riuscirci. La Lista a Cinque Stelle solo tre mesi!

LEGAMBIENTE; Nonostante la crisi economica l'automobile la fa sempre da padrona


Secondo il CNT nel 2008 l’uso dell’automobile privata è calato solo del 6%, ha tenuto il traffico passeggeri sulle ferrovie e il trasporto pubblico extraurbano mentre sale leggermente, rimanendo cenerentola il trasporto pubblico urbano che rappresenta appena l’1,8 % dell’intero trasporto passeggeri nazionale.
Neppure l’arrivo della crisi economica ha spinto gli italiani, che spendono mediamente 2.600 euro l’anno per l’automobile,a cambiare mezzo di trasporto. Governo ed Enti locali non hanno impostato una più efficace offerta dei trasporti pubblici. Mentre nei Paesi nord Europei i trasporti collettivi rappresentano quote di mobilità attorno al 30% quindi meno congestione meno incidenti e meno inquinamento.In Italia siamo sempre attaccati ad un modesto 10%. La lotta ai gas serra ( per cui auto e camion sono responsabili per le emissioni nocive al 50%) passa attraverso una nuova politica dei trasporti che rilanci responsabilità ed efficienza in un settore troppo protetto e monopolista. Dove a nessun maneger pubblico, spesso superpagato, è richiesta capacità e risultati e anche quelli privati sono garantiti da lauti contributi pubblici rendendo simili le gestioni pubbliche e quelle private delle aziende di trasporto.



Dario Balotta

Esperto trasporti di Legambiente della Lombardia
Milano 18 Luglio 2009

sabato 18 luglio 2009

Guido Bertolaso, salvatore o imperatore? Storia di un dominio assoluto, anomalia tutta italiana


foto: Wikipedia

L’era Bertolaso inizia il 7 settembre 2001.
Quel giorno il secondo governo Berlusconi, in carica da pochi mesi, trasforma la Protezione Civile in un dipartimento della Presidenza del Consiglio, e ne nomina l’attuale dirigente, Guido Bertolaso.
Quella che fino ad allora era stata un’agenzia indipendente, che comprendeva i Vigili del fuoco e il Servizio sismico nazionale e si era occupata di emergenze territoriali, come terremoti e inondazioni, diventa -per effetto del decreto legge numero 343 del 2001- un organo il cui potere di ordinanza si estende anche ai cosiddetti “grandi eventi”.
Tradotto, questo vuol dire che la Protezione Civile da quel giorno si occupa anche di vertici internazionali, raduni religiosi e gare sportive, come il G8 2009 in Italia o i Mondiali di nuoto di Roma. E se aumenta il numero degli eventi di cui occuparsi, si moltiplicano le emissioni di denaro pubblico a favore della Protezione Civile e le gare d’appalto indette dalla stessa.
A far sì che poi tutto funzioni subito e al meglio c’è lui, Guido Bertolaso, il factotum di palazzo Chigi. Quando si presenta un’“emergenza” o un “grande evento” (come l’esposizione delle spoglie di S.Giuseppe da Copertino, noto santo pugliese), interviene il commissario delegato Guido Bertolaso: con una firma affida poteri straordinari al sindaco, che ha carta bianca e decide cosa e come fare.
A Varese, per esempio, in occasione di un altro “grande evento”, i Mondiali di ciclismo 2008, è bastata l’ordinanza n. 3565, varata dal Presidente del Consiglio dei Ministri il 16 febbraio 2007, per stanziare sette milioni di euro per la nuova tangenziale fra la Ss 342 “Briantea” e la Ss 233 “Varesina”, con interconnessione alla Ss 344 di “Porto Ceresio”. Scavalcati sindaci ed enti locali. In una parola, i processi democratici.
Il meccanismo emergenza-Bertolaso-firma-appalto sembra poter funzionare anche per l'ultimo progetto del governo Berlusconi: il ritorno al nucleare.
Per dare avvio alla nuova corsa all’atomo di Palazzo Chigi, Terna spa, la società che gestisce la elettrica, per il 29,9% di proprietà statale, ha stanziato investimenti per 3,4 miliardi di euro, fino al 2013. Ma i lavori procedono a rilento, a causa di quei “freni autorizzativi”, come spiega la stessa Terna, posti soprattutto dagli enti locali.
La soluzione, veloce quanto antidemocratica, risiederebbe nelle mani di Bertolaso: il commissario straordinario sarebbe in grado di rendere tutto “più facile”, bypassando con una firma consigli comunali e comitati di cittadini. Infatti il decreto legge “anticrisi”, varato dal Consiglio dei Ministri il 26 giugno 2009, aggiunge ai compiti della Protezione Civile anche “la gestione di interventi sulla trasmissione e distribuzione dell’energia”: è sufficiente la nomina di un “commissario delegato” per poter utilizzare “mezzi e poteri straordinari in deroga alle competenze delle altre amministrazioni locali”.
La Protezione Civile, quindi, non è solo un organo di prevenzione, ma uno strumento nelle mani dell’esecutivo. Uno strumento libero da qualsiasi controllo. Soprattutto finanziario. Non solo la Corte Costituzionale non può intervenire sulle ordinanze emesse dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ma la Corte dei Conti non può monitorare l’ammontare e l’utilizzo degli stanziamenti che ne conseguono.
Le cifre che sfuggono al controllo non sono irrilevanti. Tra il 3 dicembre del 2001 e il 30 gennaio del 2006 sono state emesse dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri 330 ordinanze: esaminando un campione di 75 di queste, sappiamo che hanno richiesto l’utilizzo di 1.486.675.921,73 euro. In base a questo dato statistico è possibile stimare che in otto anni e mezzo, dal 2001 al 2009, le 537 ordinanze emesse abbiano richiesto ben 10.6 miliardi di euro: una cifra esorbitante, su cui la Corte dei Conti non ha alcun controllo.
Il bilancio 2009 della Protezione Civile ammonta a 1.486.574.961 euro.
9.135.000 euro serviranno per pagare personale interno e distaccato, ma anche i gettoni di presenza e gli stipendi e gli assegni del personale “privato”, assunto con le numerose ordinanze per gestire i “grandi eventi”.
158 milioni sono invece destinati all’“acquisto, manutenzione, riparazione, leasing, noleggio ed esercizio dei mezzi aerei”, ovvero i Canadair antincendio, che sono stati appaltati alla Sorem, una società fondata nel 1959 ed acquisita nel 1992 dall’attuale proprietario, l’ing. Giuseppe Spadaccini.
La voce più consistente del bilancio della protezione civile consiste in 1,1 miliardi di euro per l’ammortamento dei mutui contratti dalle Regioni, che si sono indebitate per far fronte alle calamità, ma anche per mettere in moto la macchina dei “grandi eventi”.
Poco o nulla, invece, sotto la voce “previsione e prevenzione”: gli stanziamenti sono passati da 157.123.000 di euro nel 2008 a 98.744.961 di euro nel 2009. E le riduzioni di budget continueranno di anno in anno, fino ad arrivare a soli 50 milioni nel 2011. Tutto quello che non finirà nelle casse della Protezione Civile verrà usato per ripianare i debiti che le regioni hanno contratto per fronteggiare evenienze di vario tipo: dalla ristrutturazione delle città colpite dalle calamità all’organizzazione di grandi eventi, come manifestazioni sportive o raduni religiosi. In questo modo i fondi regionali di protezione civile sono stati azzerati. Per fortuna, a rimpinguare le casse della protezione civile, ci pensano ogni anno le donazioni che i privati cittadini fanno sui conti correnti dell’ente, che poi li suddivide tra le Regioni, in base alla necessità.
D'altronde, è molto meglio curare che prevenire. La prevenzione, del resto, non procura nuovi appalti.

COME FUNZIONA LA PROTEZIONE CIVILE
La Protezione Civile è coordinata direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ne fanno parte le Regioni, le Province, i Comuni ma anche i cittadini e i gruppi associati di volontariato: i Vigili del Fuoco, i gruppi cinofili, gli speleologi e il Soccorso Alpino in caso di emergenza infatti si uniscono ai membri della Protezione Civile. Le organizzazioni di volontariato iscritte nell’elenco nazionale della Protezione Civile sono circa 2.500, per un totale di 1.300.000 volontari.
Tra i compiti, al primo posto ci sono le attività di previsione e prevenzione. La prima consiste nel raccogliere e rielaborare i dati che arrivano ogni giorno dai centri nazionali di ricerca scientifica, per capire quali rischi corre ciascuna zona. L’attività di prevenzione, invece, si occupa di segnalare alle autorità competenti gli interventi utili per ridurre la soglia di tali rischi, e la probabilità che si verifichino eventi disastrosi.
Per rendere l’intervento più mirato e aderente alle specifiche necessità del territorio, si è dato avvio ad una riforma, che introduce una struttura a più livelli, secondo il “Metodo Augustus”, per dare maggiore competenza agli enti locali. Questo metodo prevede che in caso di emergenza locale (di tipo A) il primo responsabile sia il C.O.C. (Centro Operativo Comunale), presieduto dal Sindaco, che utilizza i mezzi a sua disposizione per poter risolvere l’emergenza. Nel caso in cui le risorse non siano sufficienti o il Comune non sia dotato direttamente di una sede della Protezione Civile, la responsabilità passa dal Sindaco al Prefetto e la gestione si sposta a livello provinciale: intervengono il C.C.S. (Centro di Coordinamento Soccorsi) e i C.O.M. (Centri Operativi Misti) più vicini al luogo dell’emergenza.
Quando l’emergenza cresce e coinvolge zone più vaste, interviene il C.O.R. (Centro Operativo Regionale), oppure, in caso di grandi calamità, le decisioni vengono prese direttamente a livello nazionale dalla Di.Com.C. (Direzione di Comando e Controllo).
L’attività di prevenzione è uniforme su tutto il territorio e segue le direttive delle leggi nazionali, ma l’ammontare dei fondi a disposizione cambia di regione in regione: ogni consiglio regionale infatti gestisce autonomamente un proprio fondo per la Protezione Civile. La Regione Toscana, per esempio, ha messo a disposizione 2,5 milioni di euro: 2 milioni per le emergenze ed i restanti per potenziare i servizi del sistema. Anche la Regione Piemonte in caso di bisogno, oltre a fornire i mezzi materiali, può erogare contributi extra agli enti locali.

LA PROTEZIONE CIVILE E IL TERREMOTO d'ABRUZZO
La ricostruzione dopo il terremoto del 6 aprile è “cosa” della Protezione Civile, che il 3 giugno 2009 ha assegnato l’appalto per la costruzione di 150 edifici. Per il progetto verranno usati fondi della Protezione Civile, per circa 500 milioni di euro.
Al bando hanno partecipato 44 ditte edili di tutt'Italia: la scelta delle aziende vincitrici è avvenuta in base al miglior rapporto qualità-prezzo per il numero di lotti che l'azienda si offriva di costruire.
Ad avere la parte più corposa degli appalti è stata l' Associazione Temporanea d'imprese Maltauro-Taddei Spa, nata dall’unione di due ditte: la Maltauro, di Vicenza, e la Taddei, fondata a Poggio Picenze (in provincia dell' Aquila).
La prima, di proprietà di Giuseppe Maltauro, comprende società finanziarie ed industriali ed oggi è tra le prime trenta imprese generali di costruzione di maggior rilievo per fatturato, numero di operai e portafoglio ordini, che arrivano dall’Italia e dall’estero.
L'altra società appartiene al Gruppo Edimo, ed in soli tre anni di attività ha già raggiunto 40 milioni di commesse all'anno. La Taddei (più di 400 operai) può vantare numerosi lavori prestigiosi. Oltre ad aver preso parte alla costruzione degli edifici che avrebbero ospitato le Olimpiadi invernali Torino2006, e quella dello stabilimento della Thyssen Krupp a Terni, il suo business principale è stato quello degli aeroporti. Si è aggiudicata infatti l’appalto per l’ampliamento di Linate, Fiumicino e ha vinto la gara per Malpensa, superando le offerte migliori, ritenute “sospette” dalla Sea, la ditta che aveva effettuato il bando. Recentemente ha inoltre ottenuto l’appalto per l'ampliamento dell'aeroporto di Bergamo, il cui valore supera i 15 milioni di euro.
Inoltre ha seguito in questi anni molti altri lavori anche nel Sud Italia.
A L’Aquila, l’associazione Maltauro-Taddei si è aggiudicata la gara con un'offerta del 5,32% in ribasso: insieme le due società sono riuscite a fare l’offerta più bassa, che ha consentito di guadagnare circa 50 milioni di euro.
Oltre alla Taddei, un’altra ditta abruzzese, la Di Marco Srl Corsoli, si è aggiudicata gli appalti per la costruzione delle piattaforme di cemento di Bazzano (dove sorgerà uno dei nuovi quartieri di casette antisismiche). Il titolare ha vinto il 6,5% della gara d'appalto: una percentuale che frutterà 128 mila euro. Una fetta modesta, rispetto a quella della Maltauro-Taddei, ma che ha suscitato grandi polemiche fra gli Aquilani.
Di Marco, infatti, è stato socio di tre fra gli indagati del caso “Alba d'Oro”: Nino Zanchetti (già assessore comunale ai Lavori pubblici del Comune di Tagliacozzo) e i fratelli Achille e Augusto Ricci. I tre sono stati accusati di riciclaggio di denaro proveniente dalle casse del boss Vito Ciancimino e sono tutt'ora sotto processo.

da Altreconomia