Bernie Ecclestone
Adolf Hitler sapeva "fare" le cose. E' l'ultima scioccante provocazione del patron della formula 1, Bernie Ecclestone, che in un'intervista al "Times" ha fatto propria la mai del tutto scomparsa corrente di pensiero secondo cui i regimi totalitari spesso funzionano meglio delle democrazie.
"In molti modi, suppongo sia terribile da dire, al di là di cio che ha fatto, Hitler era in grado di comandare molta gente e di fare le cose", ha spiegato nell'intervista, e chissà se pensava anche alla "budget cap", al tetto alla spesa per le squadre di Formula 1 che lui e Mosley non sono riusciti a far passare. Mentre la democrazia "non hanno fatto poi così bene a molti paesi, compresa la Gran Bretagna".
Ecclestone rincara la dose dalle pagine online del giornale inglese. "I politici si preoccupano troppo per le elezioni", ha spiegato, virando poi su questioni di politica internazionale: "Abbiamo fatto una cosa terribile nel sostenere l'idea di liberarsi di Saddam Hussein. Era l'unico che poteva controllare il paese. Siamo andati in quel paese senza avere idea della cultura. Gli americani probabilmente pensano che la bosnia sia un quartiere di Miami. Ci sono persone che muoiono di fame in Africa e noi rimaniamo seduti senza fare nulla, ma siamo coinvolti in cose che dovremmo lasciar stare".
Nell'intervista al Times Ecclestone paragona il presidente della Fia, Max Mosley, all'ex premier britannico Margaret Thatcher. Il numero uno della federazione internazionale, nel braccio di ferro con i team di formula 1, è stato accusato di essere un "dittatore". "Io preferisco i leader forti - ha affermato ecclestone - Margaret Thatcher prendeva delle decisioni e le portava avanti. E' stata l'unica a far progredire questo paese. Tutti questi ragazzi, Gordon (Brown) e Tony (Blair), cercano di accontentare tutti in ogni momento". Mosley invece "ha fatto un super lavoro. E' un ottimo leader. Non credo che il suo passato sia un problema", conclude, riferendosi non tanto allo scandalo del festino sadomaso, quanto ai trascorsi politici suoi e soprattutto padre Oswald, che negli anni Trenta fu fondatore e leader del partito fascista britannico
Max Mosley
30 marzo 2008 - Max Mosley, il boss della Formula Uno, sarebbe un sado-masochista. La sconvolgente rivelazione, con tanto di video-choc, è del domenicale News of the World, che ha raccontato i “giochi pericolosi” del presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA), immortalato in un filmato di 5 ore mentre gioca a fare il comandante nazista con 5 prostitute, tutte vestite con tute a strisce bianche e nere che ricordano quelle usate nei campi di concentramento, alle quali dà ordini e infligge torture di ogni tipo. Nelle immagini, si vede chiaramente Mosley contare in tedesco (“Eins, Zwei, Drei, Vier, Funf, Sechs”) le frustate inflitte sul sedere nudo di una brunetta con una striscia di pelle nera, mentre le altre ragazze osservano in rispettoso silenzio la vergognosa scena. La Fia non ci sta e dopo aver sottolineato che si tratta di una questione "tra Mosley e il giornale", intende far chiarezza.
Prima di infierire sulle donne da sadico, il multimilionario si sottopone allo stesso masochistico trattamento, facendosi denudare da una donna-kapò che gli ispeziona i genitali e gli controlla i capelli per vedere se ha i pidocchi (esattamente come facevano i soldati nazisti con gli ebrei nei campi di sterminio) “abbaiando” ordini in inglese e ad alta voce, quindi lo lega con delle catene a una panca della tortura e lo frusta sul posteriore, intimandogli di chiedere pietà. Stando alle rivelazioni del tabloid, il video sarebbe stato girato nella notte di venerdì scorso nell’appartamento da 2 milioni di sterline (2,5 milioni di euro) che Mosley possiede a Chelsea, non lontano dalla casa che divide con la moglie Jean (i due sono sposati dal 1960 e hanno due figli, Alexander, 37 anni, e Patrick, 35).
Per i loro “servizi speciali” le cinque prostitute avrebbero incassato 2.500 sterline (poco più di 3100 euro) in contanti, pagate dal boss della F.1 in anticipo. Finita l’orgia, durante la quale Mosley (“un bambino in un negozio di dolci”, come scrive il domenicale) non si è fatto mancare nulla, compreso un momento lesbo fra la brunetta di cui sopra e una delle ragazze bionde, il gruppetto si è intrattenuto per una decina di minuti a bere vino (ma il presidente della FIA ha preferito la sua solita tazza di tè) e a chiacchierare. Poi, ognuno per la sua strada che, per quanto riguarda Mosley, punta al Barhain, dove la prossima settimana ci sarà il terzo gran premio della stagione. Come ricordato dal News of the World, Mosley è il quarto figlio di Sir Oswald (morto nel 1980), fondatore del “British Union of Fascists” (formazione politica di estrema destra che negli anni Trenta fu alleata del partito di Benito Mussolini), nonché amico personale di Adolf Hitler e Joseph Goebbels
da Repubblica
e La Gazzetta dello sport
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