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domenica 31 maggio 2009

Cassazione: prosciolto Travaglio. Del Noce condannato anche al pagamento delle spese processuali e a versare 1.500 euro


Confermato dalla Cassazione il
proscioglimento del giornalista Marco Travaglio, in relazione ad alcune frasi, contenute in un articolo pubblicato nel 2007 dal quotidiano 'L'Unita'', ritenute diffamatorie da Fabrizio Del Noce. La quinta sezione penale della Suprema Corte ha
infatti dichiarato inammissibile il ricorso dell'ex direttore di RaiUno contro la sentenza con cui, nel dicembre scorso, il gip di Roma aveva disposto il non doversi procedere nei confronti di Travaglio e di Antonio Padellaro, all'epoca direttore del quotidiano, "perche' il fatto non sussiste".
"Nel provvedimento impugnato - spiegano 'gli ermellini' - e' stato sottolineato come i fatti riportati nella loro storicita', ossia le scelte di Del Noce relative all'eliminazione del programma di Biagi, alla conduzione del Festival di Sanremo, allo spostamento a tarda serata del programma di Arbore, fossero veritieri", percio', "non puo' valere il riferimento al messaggio che detta narrativa avrebbe
trasmesso al lettore, rappresentato dall'essersi posto il direttore della rete televisiva Rai uno al servizio di Mediaset: siffatto messaggio - si osserva nella sentenza 22659 - siccome costituisce un giudizio consequenziale a fatti reali,
assume rilievo ai fini penali solo qualora venga superato il limite della continenza".

Riguardo, poi, alle espressioni 'lombrico' e 'noisette', utilizzate nell'articolo e "idonee, secondo il ricorrente, a dimostrare disprezzo nei suoi confronti, in quanto evocativa la prima di un qualcosa di viscido e la seconda avente allusioni sessuali", i giudici di piazza Cavour osservano che "l'immagine del lombrico non e' stata usata a connotazione della persona di Del Noce e che l'interpretazione dell'altra parola, operata dall'impugnante, e' del tutto soggettiva ed apodistica". Alla luce di cio', la Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di Del Noce condannandolo anche al pagamento delle spese processuali e a versare 1.500 euro alla cassa delle ammende.

da articolo21

sabato 30 maggio 2009

Beppe Grillo a Palazzolo

Dai nostri amici di Palazzolo















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da Lista civica Palazzolo

martedì 26 maggio 2009

CELLE A COMBUSTIBILE: Nuovo lancio per una tecnologia sostenibile


Le celle a combustibile sono una tecnologia che potrebbe e dovrebbe facilmente competere con i tradizionali metodi di creazione e distribuzione di energia elettrica. Le celle a combustibile possono essere paragonate ad una batteria alimentata continuamente e che opera utilizzando le proprietà chimiche dell‘idrogeno e dell’ossigeno per creare corrente elettrica utilizzabile.

Con l’obiettivo di soddisfare gli impegni presi che riguardano i livelli di emissioni di CO2, il governo del Regno Unito sta ora cominciando ad introdurre nuove legislazioni al fine di stimolare il mercato delle tecnologie pulite e rinnovabili nel paese e questo fatto ha il potenziale per cambiare radicalmente il mercato delle celle a combustibile. Mentre si è capito da tempo i benefici ambientali della tecnologia a celle a combustibile, il mercato è ancora piuttosto difficile da penetrare sia a livello di investitori, sia dal punto di vista del potenziale utente finale. Questa mancanza di accelerazione di mercato è stata una delle principali ragioni la tecnologia delle celle a combustibile non ha ancora trovato la sua strada nei mercati di massa. E proprio per questo si in attesa di una nuova normativa prevista dai legislatori.

The Platinum Metals Review con sede a Londra, ha pubblicato un report sull’industria intitolato:”Fuel Cells: Emerging Markets”. Il report afferma che le celle a combustibile supereranno le 5 milioni di unità l’anno realizzate, entro il 2013, riferendosi come stime al 2008 dove il mercato è cresciuto addirittura del 50% rispetto al 2007, passando alle 18.000 unità prodotte. Tutti i dati naturalmente fanno riferimento solo all’area del Regno Unito. Ad oggi gli analisti prevedono una notevole diffusione delle celle a combustibile nei settori chiave dei nuovi mercati emergenti come India, America Latina e Medio Oriente

Intanto un consorzio di imprese, sempre in Inghilterra, guidato da Waste2Tricity, punta all’utilizzo di 21 milioni di tonnellate di rifiuti prodotte dalla città di Londra annualmente, per trasformarle in energia elettrica mediante la gassificazione al plasma (dove le temperature arrivano a 6000°C) che trasformano la massa in syngas (una miscela di ossido di carbonio e idrogeno). Il syngas poi viene adeguatamente trattato e l’idrogeno poi utilizzato dalle celle a combustibile per produrre energia elettrica.

In un futuro molto prossimo, per questioni ambientali e di profitto le imprese aumenteranno la domanda della tecnologia delle celle a combustibile (dai costruttori di automobili elettriche, alle industrie di telecomunicazioni, produttori di UPS, ecc.). La tecnologia è già utilizzata in Giappone, quindi la proposta del consorzio per la costruzione di un impianto da € 150 milioni in grado di convertire in energia 250.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani. Ed ora questa tecnologia rappresenta un interruttore per una gestione dei rifiuti ecologicamente responsabile proficua. E già l’Istituto di ingegneria meccanica inglese in una relazione a sostengono dell’utilizzo del plasma per la gassificazione dei rifiuti in syngas e l’utilizzo delle celle a combustibile potrebbe aumentare di efficienza per oltre il 50% rispetto alle tecnologie esistenti. Riaffermando la necessità di un atteggiamento positivo e di risorsa dei rifiuti come combustibile piuttosto che qualcosa che abbia bisogno di essere trattati e con pericolo essere smaltiti.

Da un altro lato, una società con sede nel Sussex: la Ceres Power sta rivoluzionando la tecnologia delle celle a combustibile. Ora le celle a combustibile utilizzando le proprietà chimiche dell’idrogeno e dell’ossigeno producono corrente elettrica. Non immagazzinano energia, ma la convertono da una forma ad un’altra. La Ceres Power invece lancia la sua nuova tecnologia celle a combustibile in grado di ridurre le emissioni di carbonio ed aumentare l’efficienza energetica applicandole a tecnologie esistenti. Le sperimentazioni della Ceres hanno dimostrato che, quando sono state installate in caldaie di tipo domestico, è stato possibile tagliare le bollette dell’energia elettrica del 90% e ridurre della metà le emissioni di anidride carbonica. L’idrogeno infatti può essere ricavato anche da benzina, gas naturale, propano o metanolo. Peter Bance, della Ceres Power, ritiene così che questa sia la “idea giusta al momento giusto”, individuando il potenziale delle loro celle a combustibile nei mercati emergenti. Bance è si consapevole del fatto che le proprie celle a combustibile sono alimentate da un combustibile fossile, ma non si tratta nient’altro di lanciare un nuovo atteggiamento per questa nuova tecnologia e abbandonare questi vecchi combustibili per abbracciare e realizzare il pieno potenziale delle celle a combustibile.

L’Ex sindaco di Londra, Ken Livingstone ha spinto per lanciare nella giusta direzione e garantendo una valida infrastruttura alla città per l’idrogeno e la tecnologia delle celle a combustibile per il futuro. L’attuale sindaco, Boris Johnson, ha invece recentemente annunciato un piano per introdurre 100.000 vetture elettriche nella capitale e realizzare un’infrastruttura di 25.000 punti di ricarica nelle strade pubbliche, parcheggi e negozi. Un terzo di tale finanziamento dovrebbe provenire dal bilancio del Greater London Authority (GLA), mentre il restante proviene dal governo centrale. Sulla scia del “New Green Deal”, con l’esplorazione di potenziali opportunità di collaborazione,si prevede di ottenere un maggior grado di coinvolgimento e discussione tra i paesi come l’India e il Regno Unito, proprio sulla base di nuove sinergie tra le due nazioni che, auspicabilmente e reciprocamente porterebbero vantaggiosi risultati per lo sviluppo del settore delle celle a combustibile in entrambi i paesi. La tecnologia delle celle a combustibile così porterebbe diventare un’importante alternativa energetica per il futuro. E partnership globali potrebbero garantire proprio la lor effettiva attuazione.


da genitronsviluppo

sabato 23 maggio 2009

Berlusconi attacca Report e l'Europa ora ci osserva


Il "devastante degrado" della libertà di informazione e di critica nel settore televisivo e il controllo del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sul servizio pubblico Rai Tv sono stati portati all'attenzione del Consiglio d'Europa - Assemblea Parlamentare, Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, Commissario per i diritti umani - da due ex deputati del Palamento italiano ed europeo Lucio Manisco, Giuseppe Di Lello e dal giornalista Alessandro Cisilin, che hanno motivato il loro esposto con le misure censorie e disciplinari adottate nei confronti dei due programmi di giornalismo investigativo condotti da Milena Gabanelli e da Michele Santoro e con quanto riferito dalla stampa italiana sulle interferenze dello stesso presidente del Consiglio sulle nomine dei vertici Rai, per statuto di competenza del suo consiglio di amministrazione.

L'esposto, depositato al Consiglio d'Europa, si richiama all'articolo 11 della Carta dei Diritti Fondamentali, nonché a due risoluzioni, approvate a larghissima maggioranza nel 2004 dal Parlamento Europeo e dal Consiglio d'Europa, che avevano denunziato nel nostro paese il conflitto di interessi tra proprietà e controllo delle aziende televisive da parte di Silvio Berlusconi e le sue funzioni istituzionali di presidente del Consiglio.

"I rilievi sono stati ignorati o disattesi negli ultimi cinque anni dai governi Prodi e Berlusconi", hanno sottolineato i promotori dell'esposto, che hanno poi documentato i provvedimenti promulgati dai vertici Rai contro "Report" e "Annozero" a seguito degli attacchi portati ai programmi stessi dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti e dallo stesso presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

L'esposto ha chiesto quindi agli organi competenti del Consiglio d'Europa il varo di una "indagine conoscitiva" e di un"monitoraggio di questi e prevedibili nuovi attacchi alla libertà di informazione in Italia", nonché un richiamo al governo e al Parlamento della Repubblica Italiana acciocché osservino i rilievi già avanzati dal Parlamento Europeo e dal Consiglio d'Europa.

All'esposto sono stati allegati due recenti articoli della stampa britannica sul rischio di un'involuzione fascistica in Italia, nonché una pubblicazione redatta nel 2004 dagli stessi firmatari, tradotta in tre lingue, sull'informazione nel nostro paese dopo la "scesa in campo" di Silvio Berlusconi.

da Articolo 21

venerdì 22 maggio 2009

La mobilità ad idrogeno è gia realtà: iniziamo dalla bicicletta

Importante: per maggiori informazioni contattatemi

Quante volte abbiamo sentito parlare di auto ad idrogeno, quante volte abbiamo discusso, se era possibile la realizzazioni di autoveicoli completamente ecologici? Ancora adesso sembra che veicoli alimentati ad idrogeno debbano essere solo dei prototipi in possesso delle case automobilistiche; ma da oggi non è così.
Certo non stiamo parlando di auto ad idrogeno ma di una bicicletta a pedalata assistita; ecco le immagini.

Range con singola carica: 300 km Peso: 30 kg Velocità massima con pedalata assistita: 25 km/hr Sistema di propulsione: 36 V, 8.5 A PEM Fuel Cell Motore elettrico: motore brushless da 250 W Cambio: Shimano a 6
velocità Temperatura di funzionamento: 5°-35° C Tempo di accensione del sistema: 10-15 sec Energia a bordo: 1200 Wh Tempo di ricarica: 30 minuti Pressione dell'idrogeno: < 5 bar @ 25° C Bombole da 400 litri di H2 l'una.


Come si vede benissimo dall’immagine la bicicletta è predisposta con due bombole sotto il sellino, ma STATE TRANQUILLI, non c’è da aver paura per un eventuale esplosione, anzi queste sono leggende metropolitane; infatti queste bombole devono superare controlli durissimi e certamente non scoppiano; per farvi un esempio uno di questi test è un colpo di una pistola direttamente sulla bombola.
Quindi a costo di ripetermi NIENTE PAURA, la bombola è l'ultimo dei vostri problemi.
Paura per l’idrogeno? Anche qua sono nate tante leggende metropolitane; vi dico solo questo: se voi fate rifornimento con la benzina alla vostra auto allora siete degli impavidi temerari, l’idrogeno è meno infiammabile della benzina infatti la sua temperatura di auto–accensione si aggira sui 550 ° C contro i 230-250°C della benzina. Le fiamme da idrogeno, caratterizzate da bassa radiazione termica, si spostano velocemente verso l’alto, riducendo in questo modo la possibilità di incendiare altri materiali e il pericolo di emissioni tossiche. Inoltre l’idrogeno quando brucia si consuma molto più rapidamente degli altri combustibili tradizionali (benzina, gasolio e GPL): è stato calcolato che l’incendio di un’auto a idrogeno si esaurisce in un paio di minuti contro la mezz’ora di un’auto a benzina (Dati ENEA).

Ma veniamo ad un altro punto cruciale, cosa vuole dire circolare con un veicolo ad idrogeno? Sicuramente tralasciando che si tratta di una bicicletta (che come è risaputo non inquinano) vuol dire anche entrare in una NUOVA MENTALITA’ di TRASPORTO.
L’idrogeno si può fare in casa ad esempio, o per lo meno esistono già degli apparecchi detti Elettrolizzatori che trasformano l’acqua in idrogeno.








Un privato che compra la bicicletta potrebbe comprare benissimo l’idrogeno e stoccarlo in bombole e il costo di un pieno di 900 litri (il pieno della bicicletta per intenderci) gli costerebbe circa solo 8-9 € contando che potrebbe fare 300 Km !

Ma come dicevamo prima l’idrogeno si può fare anche in casa, ovvero come dalla figura (cliccare per ingrandirla); a questo punto potrebbero entrare in gioco i singoli comuni, o delle associazioni, questi con una spesa relativa potrebbero costruire loro stessi un distributore centralizzato di idrogeno, senza acquistarlo, ma producendolo solo con l’aiuto del sole.
La spesa per un impianto non è elevata, ma è alla portata di quasi tutte i comuni.
Una volta realizzato l’impianto tutti gli utenti viaggerebbero gratis per sempre, oggi con le bici, domani con gli scooter, aspettando ovviamente le automobili.

Per maggiori informazioni contattatemi; vi spiegherò nel dettaglio come è possibile costruire una stazione di rifornimento per la produzione di idrogeno e caratteristiche della bicicletta elettrica che avete appena visto.

Grazie

giovedì 21 maggio 2009

IL RE E NUDO. Speriamo non prenda troppo freddo



Condivido e aplifico il segnale di Nicola Bressan

Qual'è la situazione? Dei dirigenti che hanno sbagliato praticamente tutte le analisi politiche negli ultimi anni, sottovalutando in maniera evidente ciò che avveniva nella società hanno deciso che dovremo presentarci alle elezioni divisi. Si. Noi. Gente comune che vive nella quotidianità dei mutui e dei debiti. Di uno stipendio più o meno fisso ma certamente mai all'altezza del bisogno. O che non arriva proprio. Gente che crede che questo non sia il migliore dei mondi possibili e che crede di poterne costruire uno migliore...Ecco: ci hanno divisi ancora una volta. E nessuno ha capito molto bene perchè. Nessuno ha capito perchè in un momento di emergenza assoluta, in cui la libertà di espressione, la Costituzione, il concetto stesso di legalità, sono decisamente in pericolo, che da un punto di vista medico potremmo definire in coma vegetativo, nessuno ha capito perchè quella dirigenza ha ritenuto utile dividere questo piccolo esercito di democratici...forse perchè è sempre quel gruppo che non ha centrato una analisi che sia una? Allora come pretende questa dirigenza di ripresentarsi a noi, di chiedere il nostro voto? E per di più di presentarsi sventolando bandiere e simboli che poi nella pratica utilizzano ...diciamo ...in maniera non consona. Qualcuno mi dirà che sotto elezioni queste cose non si dicono...ma forse è il caso che si dicano . Io non credo di essere differente da te che voterai Rifondazione, o IDV, o Sinistra e LIbertà, o che non andrai proprio a votare. Io credo di avere le tue stesse aspettative, i tuoi stessi bisogni...i tuoi stessi "mal di pancia"....Ma ciò che mi sconvolge ancora di più è che ci stiamo comportando come dei dementi. NOI, non glia altri, loro, qualcuno. NOI!!! Perchè NOI, i dementi, non solo non scelgono di dibattere liberamente utilizzando strumenti interattivi che fino a poco tempo fa erano impensabili. Non solo non approfittano di questi ultimi ambiti di democrazia, preferiscono aspettare il messia. E allora ascoltano, e leggono...dove? sulle webtv!!! certo. Abbiamo uno strumento interattivo che può rendere delegati e deleganti tutti con la stessa capacità di parlare. C'è la possibilità di muoversi alla pari. E cosa facciamo dell'unica cosa interattiva che abbiamo? ne facciamo una webtv. Ne impediamo la interattività, lo scambio di punti di vista, domande, risposte...Trasformiamo questa grandissima cosa in ciò che ci ha ridotto così : in una televisione. Certo. Perchè se si iniziasse ad utilizzare lo strumento per ciò che è, se la si smettesse di dire fregnacce, allora si potrebbe inizare a costruire qualcosa, per poi andare nei quartieri, nelle strade a discutere di persona, confrontandosi, dicendo alla gente "tu sei come me, come pensi di uscire da questa situazione", facendo capire alla gente qual'è la situazione. E poi tornare ad utilizzare questo strumento per condividere con tutti ciò che è la propria realtà, quello che si è fatto e si sta facendo. Ma questo lo può fare la gente, quelli "normali", quelli con i figli, con i genitori anziani e malati...tutti...non vi è preclusione. Non c'è qualcuno al margine... Si puo ricostruire quell'unità che i dirigenti dei partiti della sinistra hanno macellato e suddiviso...ma serve la gente che si adoperi per fare ciò. Serve gente che risponda, che passi parola, che dica : nella nostra diversità siamo tutti uguali...siamo il popolo della sinistra, quello cresciuto nei valori trasmessi dai partigiani, siamo il popolo che crede nella costituzione, siamo il popolo che sa che questa società non darà mai più benessere per tutti, siamo quel popolo che sa che sui barconi respinti un giorno c'erano i nostri bisnonni e che se il mondo continua così ci saranno i nostri figli...e allora...non vi sembra un po da coglioni gettare via la vostra libertà, il futuro, solo perchè non avete il coraggio di pigiare i tasti del vostro computer e dire la vostra?

mercoledì 20 maggio 2009

Ma la monnezza è sparita?

Pubblichiamo ora un articolo dei nostri amici della Valle dei templi, chi meglio di loro sà a che punto stiamo con la monnezza; qui le televisioni non ne parlano più, forse è tutto finito?.... o forse no !



C’ERA UNA VOLTA LO STATO

O quantomeno così era per molte regioni italiane. Comunque, anche laddove in verità lo Stato era assente, la gente credeva che esistesse, magari non sapeva dove o cosa fosse, ma si illudeva comunque che ci fosse un’ “entità” superiore che in qualche modo controllasse quello che accadeva nello stivale.


Certo, non un controllo capillare, ne tantomeno esteso a tutto il territorio.

Il “calzino”, si sa, “puzza”e pertanto la Sicilia, che dallo stivale è fuori, ha sempre goduto di una certa “autonomia”.

Ma se il “calzino” puzza, anche la parte bassa dello “stivale”, per intenderci là dove sta il piede (Calabria, Campania, Puglia), certamente non profuma.

Dicevamo dunque di un’ “entità”, che in quanto tale e poco visibile, ha bisogno, un po’ come Dio, di suoi ministri, di esseri in carne e ossa, che suppliscano alla sua assenza.

Pian piano, questi “ministri in carne e ossa”, finiscono con il sostituire l’entità e capita che presone il posto, inizino a dettare proprie regole, ben diverse da quelle volute da chi hanno sostituito.

Accade allora, che lo Stato, prima sostituito e poi destituito, perda ogni potere e rappresentanza sul territorio.

Si racconta dunque, ma noi non ci crediamo, che mafia, camorra e ‘ndrangheta, avessero preso il posto di questo fantomatico Stato in alcune regioni d’Italia, dettando nuove leggi e governando secondo i propri interessi.

Tra questi ultimi, il “traffico della mondezza”.

In perfetta sintonia d’odori, piedi e calzini, la mondezza trova dunque un suo spazio e un suo regno in quella regione che porta il nome di Campania, ma che è più conosciuta come “Regno di Mondezza e Camorra”.

Ma un brutto giorno, la popolazione ha la malaugurata idea di ribellarsi ai Sovrani.

Non a entrambi, ma solo a Mondezza, poiché Camorra comunque amministra bene altri aspetti dello sviluppo economico del territorio (pizzo, droga, rapine, scippi e tangenti).

Camorra, deve così separarsi dalla consorte Mondezza (Camorra, nonostante il nome è maschio).

Allo scopo, viene invitato, nella qualità di “esperto”, Sire Silvio Berlusconi, il quale a Mondezza deve tanto.

Noi non sappiamo se la Regina Mondezza avesse sorelle, ma quello che è certo, che Sire Silvio e poi anche il fratello Paolo, ebbero una lunga storia con tale Mondezza, della quale beneficiò economicamente l’intera “famiglia”.
Purtroppo, la storia d’amore dei due fratelli con Mondezza, approdò nelle aule giudiziarie e portò alla condanna di Paolo per reati vari e al pagamento di parecchi milioni di euro.
I magistrati, non compresero infatti questo rapporto di “amorosi sensi” e ritennero di intravedere persino reati di truffa in danno della Regione Lombardia, nella misura di 150miliardi di vecchie lire.

Ma torniamo alla Campania.

Forte dell’esperienza acquisita, Sire Silvio chiamato a redimere la questione sentimentale tra Camorra e Mondezza, che scandalizzava i napoletani, promise di “eliminare” fisicamente Mondezza e farla sparire così dinanzi gli occhi del popolo inferocito.

In quattro e quattr’otto, organizzò il tutto e fece sparire l’odiata Regina dalle strade di Napoli.

Acclamato come un liberatore e osannato, in particolar modo dalla sua stessa corte, Sire Silvio diede la notizia al mondo intero: ho liberato Napoli da Mondezza!
In verità, Sire Silvio, memore dell’amore antico per Mondezza, aveva provveduto, come ci racconta Repubblica, a trasferire nella Reggia di Ferrandelle l’odiata regina.
Ferrandelle, è una località che si trova tra i comuni di Casal di Principe, Santa Maria La Fossa e Grazzanise, proprio nel cuore del Regno di Camorra e la stessa Reggia, fu sequestrata a Sua Maestà Francesco Schiavone, Sandokan I°.

Per garantire la privacy della Regina Mondezza, la Reggia con il parco di diversi ettari, è tenuta sotto stretta sorveglianza e nessuno si può avvicinare più di tanto perché tutto il perimetro è stato dichiarato sito di interesse strategico nazionale e c'è una vigilanza molto attenta che allontana tutti quelli che cercano di guardare più da vicino.
Purtroppo, un gruppo di curiosi rompiscatole, una squadra di attivisti di Legambiente, guidati dal direttore dell'associazione ambientalista, Raffaele Del Giudice, sono arrivati sul posto per fare "un sopralluogo".

Secondo questa gentaglia che non ha nessun rispetto per la Regina che viene spesso indicata con il nome di “rifiuti”, "Ci sono montagne di rifiuti ammassate senza alcun controllo sui possibili danni sanitari e ambientali mentre continua ad arrivare quotidianamente la mondezza da ogni parte della Campania".

A completare il tutto, anche i sudditi ribelli: i sindaci di Santa Maria La Fossa e Grazzanise, che poco più di un anno fa, guidarono una clamorosa protesta alla testa delle popolazioni locali. Dopo un braccio di ferro con il Commissario per l'emergenza rifiuti – questi rivoluzionari antimonarchici - diedero il via libera alla costruzione di due piazzole che dovevano "ospitare" all'incirca 90 mila metri cubi di rifiuti. Ma in via temporanea e con l'impegno a bonificare il sito entro breve tempo. "Qui ce ne sono almeno un milione di metri cubi di rifiuti – spiega il professor Stefano Tonziello, di Legambiente - e continuano a crescere giorno dopo giorno, perché l'emergenza non è finita, ma è stata solo spostata dalle città.

Qui arrivano rifiuti "tal quale", cioè senza essere selezionati a monte. E dunque non potranno mai essere bruciati nell'inceneritore di Acerra. Inceneritore che, peraltro, ora è in pieno collaudo e per vederlo operativo se ne parlerà almeno tra sei mesi." Nell'area tutt'intorno vi sono caseifici, allevamenti di bufale, campi coltivati a foraggio, pescheti, ortaggi, fragole, irrigati con le falde acquifere inquinate.

A parere del “rivoltoso” Tonziello, forse il vero miracolo di Sire Berlusconi sarebbe quello di aver messo a tacere tutto e tutti.
Tonziello, anche lui non comprendendo il rapporto di amorosi sensi che lega i Berlusconi (ma anche Camorra) alla Regina Mondezza, si spinge oltre affermando: “Qui, lasciatemi usare il paradosso, è tutto fuorilegge per legge. Se queste cose le avessero fatte i privati, si sarebbero aperte sicuramente le porte del carcere. Tenere in questo modo i rifiuti è da criminali. Senza considerare che tra poco con l'arrivo della stagione calda, tutt'intorno l'aria sarà irrespirabile, ma ci sarà anche un pericolo sanitario immediato per la salute delle persone”.
Come dire: se è vero che la Camorra sostituì lo Stato, altrettanto vero è che il Governo ha sostituito in tutto e per tutto la Camorra.

E vissero tutti felici e contenti!

da
La valle dei templi

lunedì 18 maggio 2009

Il documentario americano censurato su Berlusconi




Grazie al nostro amico Gianluca riceviamo e pubblichiamo questo documentario di Berlusconi trasmesso dalla televisione americana... da noi mai trasmesso.
Adesso eccolo quì disponibile.

Grazie ancora e passaparola





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domenica 17 maggio 2009

Attenzione al rilevatore di velocità !

ATTENZIONE:
Forse alcuni di voi non se ne sono accorti ma sulla tangenziale sud, appena presa la rampa che porta da Castegnato alla tangenziale verso Brescia appunto, e prima dell'uscita per il centro commerciale delle Rondinelle, come si vede dalla foto è stato piazzato sotto questo cartellone a led luminosi un autovelox stabile.
Ricodo che il limite è di 90km/h.
Ciao e mi raccomando passaparola



Fare doppio clik sull'immagine per ingrandirla

venerdì 15 maggio 2009

Due “colpetti” per Mr. Giordano



“Il Giornale” diretto da Mario Giordano ha incassato in questi ultimi giorni due sberle mica da ridere.

La prima è la condanna (qui i dettagli della sentanza) di Filippo Facci per aver diffamato Alfredo Robledo (sostituto Procuratore al Tribunale di Milano).
Qualche tempo fa Robledo, insieme a fabio De Pasquale, rinviò a giudizio Silvio Berlusconi (la cui famiglia è proprietaria de “Il Giornale” per cui Facci scrive) per Corruzione in Atti Giudiziari (sotto l’articolo di Facci); da questa vicenda nacque il famoso caso Mills.
Assieme a Facci è stato condannato anche Maurizio Belpietro, allora direttore de “Il Giornale”.



L’altro “colpetto” arriva invece direttamente dall’Ambasciata del Giappone in Italia.
Il 30 aprile scorso usciva sul giornale diretto da Giordano un articolo dal titolo “Lambertow premiato dai giapponesi” nel quale il popolo del sol levante veniva apostrofato come “musi gialli” da una non ben precisata mano vista la firma “Redazione”.
Shinsuke Shimizu, Ministro e vice capo missione, ha quindi preso la penna in mano e ha chiesto ufficialmenteuna spiegazione a scopo di rettifica sull’espressione “musi gialli giapponesi”.

E’ poi interessante notare come nessuna delle principali testate giornalistiche nazionali (per lo meno le edizioni online) abbia dato la notizia sulla condanna di Facci & Co.
Sembra proprio di vivere in una sorta di “protezionismo degli informatori” in cui i giornalisti italiani delle grandi testate evitano chirurgicamente di pubblicare notizie negative riguardanti i colleghi; nella logica del “oggi tocca a te ma magari domani tocca a me” questa ipotesi non mi sembra poi così bislacca.

Avanti così, fino al fondo per poi scavare…

lunedì 11 maggio 2009

Nella Francia di Sarkozy si ripubblicizza l'acqua


Ieri pomeriggio, il comune francese di Annonay (non lontano da Grenoble) ha messo fine ad un sistema di gestione che durava da oltre 50 anni!Su proposta del sindaco il consiglio municipale si è pronunciato in favore del ritorno ad una gestione pubblica attraverso "règiè municipal".Le prossime tappe del cammino di ripubblicizzazione sono le seguenti:Lunedì 20 aprile riunione della Commissione Consultiva dei Servizi Pubblici Locali (organo consultivo istituito per legge nel 2002 composto da consiglieri municipali, associazioni dei consumatori, ambientaliste, dei residenti, rappresentanti degli imprenditori locali, esperti; svolge una funzione consultiva sui servizi pubblici locali affidati in gestione, in merito alle decisioni prese dalla Giunta municipale presieduta dal sindaco o dal presidente della comunità, ma la presenza degli eletti da comunque un peso democratico al parere espresso).



27 aprile Il consiglio municipale porrà termine al modello di gestione che sarebbe comunque scaduto il 31 dicembre.Malgrado il cammino tracciato la battaglia non è ancora vinta, visto che comunque sia il sindaco che i suoi assessori hanno più volte espresso la loro preferenza per una gestione di tipo privatistico (Delegation de Service Publique): inizialmente la giunta ha mostrato dei dati riferiti ad uno studio effettuato da Servizio Pubblico 2000, il quale definiva come insignificanti le differenze di costo tra i due modelli di gestione contrapposti.Di fatto un ruolo determinante lo hanno svolto gli studi delle associazioni che siedono all'interno della Commissione Consultiva. Essi hanno rivelato gli scandalosi aumenti della tariffa avvenuti negli ultimi 15 anni di gestione, posto che i profitti scandalosi realizzati dal gestore (SAUR) hanno finalmente offerto agli eletti di sinistra, da sempre favorevoli al ritorno alla règiè ma fino ad ora privi di argomentazioni valide, gli argomenti giusti.Annonay è stato uno dei primi contratti di gestione ottenuti dalla SAUR, e secondo alcune voci interne, anche il più redditizio.Finalmente dopo TOURNON sur RHÔNE, ora tocca a Annonay.

Un partito finlandese lancia uno slogan per la sua campagna elettorale: «Votateci, fermeremo Berlusconi»

E’ quantomeno sorprendente la vicenda trapelata dalla campagna elettorale finlandese. Il Keskusta, un partito di centro guidato dal Premier Matti Vanhanen, ha pensato di utilizzare uno slogan abbastanza atipico per raccogliere più voti possibili nelle prossime elezioni al Parlamento europeo che si terranno il 7 giugno: «Berlusconi è contro la Finlandia». La scelta dello slogan non è casuale, poichè i 3 maggiori partiti finlandesi hanno, secondo i sondaggi, un indice di gradimento molto simile. Per tale ragione ogni elemento aggiuntivo può essere utile per raccogliere voti. E quale miglior occasione se non colpire l’avversasio, ossia il Kansallinen Kokoomus (partito membro del PPE dove risiede anche il Pdl), se non cavalcare l’onda mediatica provocata dalla recente frase scottante del premier italiano? Recentemente infatti Berlusconi, impegnato al convegno “Roma Capitale“, aveva ironicamente fatto paragoni in merito alle bellezze artistiche della capitale italiana e quelle che aveva visto in Finlandia in una visita ufficiale anni or sono. L’ironia del premier si era concentrata su una non meglio definita “chiesetta di legno”, dichiarando che «Mi vollero portare a vedere una cosa a cui tenevano molto ed impiegammo, di mattina presto, tre ore per raggiungere una chiesa di legno del ‘700… Una cosa che qui da noi sarebbe cancellata». Poco prima Berlusconi aveva esordito con una battuta collegata alle recenti vicende che hanno spinto la moglie a chiedere il divorzio: «Amo la Finlandia e le finlandesi, purchè siano maggiorenni…».

«Bisogna impedire l’arrivo al Parlamento europeo di tipi usi a parlare a ruota libera, a dire sciocchezze e a raccontare frottole. Il Parlamento, invece, è un luogo in cui si prendono importanti decisioni che incidono sulla vita dei cittadini europei, sia quelli che vivono in villaggi con chiese di legno sia quelli della città dove c’è il Colosseo».
L’accusa di raccontar menzogne arriva direttamente dalle parole del portavoce del ministro degli Esteri finlandese, Alexander Stubb, secondo il quale Berlusconi non è mai stato in visita ufficiale in Finlandia. «Nel 1999 - ha aggiungo il portavoce - venne in visita privata, per partecipare ad una riunione del PPE, ma nessuno accompagnò il premier italiano in nessuna chiesetta di legno». La Finlandia ha da anni il dente avvelenato con Berlusconi, fin dalle dichiarazioni che fece quando il paese nordico era in ballottaggio per l’assegnazione dell’Agenzia per la sicurezza alimentare della Ue. «Parma sì che è sinonimo di buona cucina, mentre i finlandesi non sanno nemmeno cos’è il prosciutto. Come si può pensare di collocare questa agenzia in un Paese che forse va molto fiero della renna marinata o del pesce baltico con polenta? Per portare l’Agenzia a Parma ho rispolverato le mie doti di playboy con la presidente finlandese Tarja Halonen».

All’epoca ciò si tradusse in un prolungato boicottaggio delle merci italiane di esportazione. Nonostante tutto ciò, secondo quanto dichiarato dallo stesso Berlusconi, il suo indice di gradimento è oltre il 75%. Nel bene o nel male, che si parli di diciottenni o di monumenti, Berlusconi è sempre protagonista delle vicende italiane così come di quelle estere. Il problema è che molti italiano potrebbero non sentirsi troppo orgogliosi di certe uscite del proprio Presidente del Consiglio.
da DIRITTO di CRITICA

domenica 10 maggio 2009

Il programma della lista civica di Palazzolo


Ecco in estrema sintesi alcuni dei punti fondamentali del programma elettorale:

1. DEFINIZIONE DI UN PIANO ENERGETICO COMUNALE (PEC) per la promozione dell’uso delle energie alternative e per una riduzione degli sprechi energetici che comporterà un risparmio sulle bollette di gas e luce. Nel PEC dovranno essere stabiliti l’obbligo di costruire abitazioni ad alta efficienza energetica.

2. RIFIUTI ZERO: raccolta differenziata porta a porta spinta ed eliminazione dei cassonetti dalle strade.

3. STOP ALLA CEMENTIFICAZIONE: ristrutturazione dell’esistente (secondo i parametri della provincia di Bolzano). Il nuovo va realizzato eventualmente solo su aree già ora cementificate realizzando una vera riqualificazione, con la superficie verde pari a quella del nuovo costruito.

4. ACQUA PUBBLICA: nessun tipo di privatizzazione e di lucro sull’acqua.

5. MENO SOLDI PER SINDACO E ASSESSORI: riduzione immediata del 30% dei guadagni per sindaco e assessori.

6. ORTI GRATUITI: il comune destinerà appezzamenti di terreno ad orti gratuiti per favorire l’autosostentamento delle famiglie che hanno perso il lavoro a causa della crisi.

7. NEGOZI DEL RICICLO: diffusione di “Negozi del riciclo” in cui ciascun cittadino potrà vendere i propri rifiuti in cambio di denaro.

8. INTERNET GRATIS: diffusione adsl in tutta Palazzolo ed accesso internet gratuito nella sede comunale ed in altri punti strategici (vedi biblioteca).

9. SKYPE IN COMUNE: ogni cittadino potrà, collegandosi al portale del Comune, utilizzare una chat o il software Skype per comunicare direttamente con l’operatore del Comune al fine di evitare spostamenti per risolvere pratiche che GRATUITAMENTE e in BREVE TEMPO possono essere risolte da casa.

10. PIU’ VITA NEI QUARTIERI: avere un comune più sicuro significa non solo più controllo, ma anche più “vita” nei quartieri, nei parchi e nelle zone periferiche.

11. RAPPRESENTANTE DI QUARTIERE: il rappresentante sarà delegato a riferire periodicamente con il comune, la polizia locale ed i propri elettori circa le problematiche della propria zona. Il rappresentante di quartiere non dovrà essere iscritto ad alcun partito o movimento politico, non potrà svolgere più di due mandati di rappresentanza e sarà eletto direttamente dai cittadini.

12. BIKE SHARING & CAR SHARING: favorire i servizi di car sharing e di bike sharing.

NOTA BENE: QUELLE CHE AVETE LETTO SONO SOLO ALCUNE DELLE TANTE PROPOSTE PRESENTI NEL PROGRAMMA DELLA LISTA CIVICA.
PER LEGGERE TUTTO IL PROGRAMMA CLICCATE SUL SEGUENTE LINK

L'eolico ha sorpassato il nucleare


Negli Stati Uniti, il 30 per cento della potenza installata viene dall'eolico. In attesa dei reattori di quarta generazione il contributo dell'atomo scenderà.
Il 2007 è stato l'anno del sorpasso: a livello globale, dal punto di vista dei nuovi impianti, l'eolico ha battuto il nucleare. L'anno scorso sono stati installati 20 mila megawatt di eolico contro 1,9 mila megawatt di energia prodotta dall'atomo. E' un trend consolidato da anni e destinato, secondo le previsioni, a diventare ancora più netto nei prossimo quinquennio. Ma non basta. Per la prima volta l'eolico ha vinto la gara anche dal punto di vista dell'energia effettivamente prodotta. I due dati non coincidono perché le pale eoliche funzionano durante l'anno per un numero di ore inferiore a quello di impianto nucleare e dunque, a parità di potenza, producono meno elettricità.

"La novità è che, anche tenendo conto di questo differenziale di uso, nel 2007 l'eolico ha prodotto più elettricità del nucleare", spiega Gianni Silvestrini, direttore del Kyoto Club. "E gli impianti eolici che verranno costruiti nel periodo 2008 - 2012, quello che chiude la prima fase degli accordi del protocollo di Kyoto, produrranno una quantità di elettricità pari a due volte e mezza quella del nuovo nucleare. Se poi nel conto mettiamo anche il solare fotovoltaico e termico possiamo dire che, tra il 2008 e il 2012, il contributo di queste fonti rinnovabili alla diminuzione delle emissioni serra sarà almeno 4 volte superiore al contributo netto prodotto dalle centrali nucleari costruite nello stesso periodo".

La tendenza è consolidata anche dal risveglio del gigante americano. Il 30 per cento di tutta la potenza elettrica installata durante il 2007 negli Usa viene dal vento e il dipartimento federale dell'energia prevede che entro il 2030 l'eolico raggiunga negli States una quota pari al 20 per cento dell'elettricità creando un'industria che, con l'indotto, darà lavoro a mezzo milione di persone. E' un dato in linea con l'andamento di paesi europei come la Danimarca (21 per cento di elettricità dall'eolico), la Spagna (12 per cento), il Portogallo (9 per cento), la Germania (7 per cento).

Nonostante le scelte dell'amministrazione Bush, che ha incentivato con fondi pubblici la costruzione di impianti nucleari, negli Stati Uniti l'energia dall'atomo resta invece ferma, sia pure a un considerevole livello, da trent'anni: l'ultimo ordine per una nuova centrale risale al 1978. Nell'aprile scorso sono stati annunciati impegni per 38 nuovi reattori nucleari, ma è molto probabile che il numero scenda drasticamente, come già è avvenuto in passato, nel momento in cui si passa alla fase dei conti operativi: le incertezze legate ai costi dello smaltimento delle scorie, ai tempi di realizzazione e allo smantellamento delle centrali a fine vita hanno rallentato la corsa dell'atomo.

In attesa della quarta generazione di reattori nucleari, che però deve ancora superare scogli teorici non trascurabili e non sarà pronta prima del 2030, le stime ufficiali prevedono una diminuzione del peso del nucleare nel mondo. La Iea (International Energy Agency) calcola che nel 2030 la quota di elettricità proveniente dall'atomo si ridurrà dall'attuale 16 per cento (è il 6 per cento dal punto di vista dell'energia totale) al 9-12 per cento.

sabato 9 maggio 2009

RAZZISMO PADANO



Il capogruppo del Carroccio a Milano propone l'apharteid sui mezzi pubblici. Molti insorgono, anche nel PdL. Per Fini lede la Costituzione ma il sindaco Moratti minimizza: è solo una battuta


Il leghista Matteo Salvini parla di riservare sui mezzi pubblici dei posti ai milanesi e alle donne. Il capogruppo del Carroccio nel comune di Milano è convinto e lo dice «da milanese che prende il tram». Non è il solo, anche Raffaella Piccinni, candidata al consiglio provinciale è dalla sua: con «vagoni solo per extracomunitari ci sarebbe più sicurezza». Poi Salvini aggiusta un po': «La mia proposta sarà valida fra dieci anni se la sicurezza nei trasporti pubblici meneghini non cambierà. I posti saranno riservati ai milanesi sì, ma di qualsiasi razza e colore. Chi mi critica non ha mai preso certe linee a rischio. Lo faccia, e cambierà idea». Le espressioni sono grezze per forma - casomai etnia, la scienza ha dimostrato da tempo che di razza umana ce n'è solo una - e contenuti (ci arriveremo tra poco) ma il messaggio xenofobo rimane.

Unanime la protesta: «una proposta da Ku Klux Klan» l'ha definita Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd; «una sparata insopportabile» ha detto Carlo Fidanza, vicecapogruppo del PdL; « Ricorda la segregazione razziale, alimenta la xenofobia ed il degrado culturale del nostro Paese» ha sentenziato Massimo Donadi capogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera. A Milano il Pd chiede che la Lega vada via dalla Giunta mentre il sindaco Moratti minimizza: «Mi auguro che i milanesi, come me, la considerino una battuta». Quindi dovrebbe far ridere. Il collega di partito Romano La Russa ci scherza, rivela di aver «appena firmato un disegno di legge per riservare un vagone a Salvini». Tanti si vantano di conoscere la storia eppure, alla fine, ma sì è solo una provocazione dicono. Perfino Salvini è un po' pentito ma solo perché ora quella "boutade" (a Milano è arrivato il primo caldo, sarà una coincidenza) che nelle sue intenzioni doveva raggranellare voti, ora rischia di ritorcerglisi contro.

Quanto ai contenuti. Chiunque ha preso in vita sua un mezzo pubblico (o anche solo è uscito di casa) sa che l'incuria, la scarsa igiene personale, la maleducazione e la mancanza di rispetto non si pongono limiti di alcun tipo. Ce n'è per italiani e stranieri. La Moratti si è affrettata a tranquilizzare tutti assicurando che i controlli sono aumentati, che Milano garantisce già la sicurezza sui mezzi pubblici. I numeri? Non ci sono: all'Atm, l'azienda di trasporti milanese, ci spiegano che i casi di criminalità non vengono registrati, mentre dalla prefettura apprendiamo che non c'è distinzione su dove i reati siano avvenuti. Alla fine ognuno resterà al suo posto, non ci saranno prevvedimenti e la proposta di Salvini svanirà nel nulla, liquidata come una battuta, perché c'è sempre chi si assuefa e si abitua al peggio.

venerdì 8 maggio 2009

Genchi assolto dal tribunale del riesame



Il Riesame ha annullato i due decreti di sequestro dei computer di Gioacchino Genchi, l’ex consulente di De Magistris indagato a Roma e perquisito dal Ros per abuso d’ufficio, accesso illegale a sistema informatico, violazione del segreto di Stato e dell’immunità parlamentare. Crolla così miseramente l’iniziativa dei procuratori aggiunti Nello Rossi e Achille Toro, che aveva portato al linciaggio di Genchi (Gasparri ne aveva addirittura chiesto l’arresto). Le motivazioni non sono ancora note. Ma l’avvocato Fabio Repici ha dimostrato che i reati contestati sono puro dadaismo giudiziario.

Accesso abusivo all’Agenzia dell’Entrate: non era abusivo perché autorizzato da vari pm. Acquisizione di tabulati “riconducibili a parlamentari” senza il permesso del Parlamento: per sapere che un telefono è riconducibile a Tizio o Caio, bisogna acquisirlo. E ad acquisirlo non è il consulente, ma il pm. E l’autorizzazione delle Camere è richiesta per usare i tabulati nel processo, non nelle indagini. E i tabulati non erano riconducibili a parlamentari: quello di Mastella era intestato alla Camera e al Dap, quello di Minniti a un tizio di Treviso, quello di Pisanu a tale Stefania I., quello di Loiero non era coperto da immunità perchè Loiero non era parlamentare. Quanto a quelli dei servizi segreti, non sono coperti da alcun segreto. In ogni caso non si vede che c’entri la Procura di Roma con un signore che vive e opera a Palermo. Si spera che il Riesame chiuda l’ennesima pagina nera della giustizia italiana sul caso Catanzaro. E che qualcuno, magari, torni a occuparsi del caso Catanzaro.

Dissequestrato l’archivio di Genchi di Nino Amadore

Dal Sole 24 ore, si riporta:


Gioacchino Genchi, il vicequestore e già consulente informatico palermitano indagato dalla Procura di Roma. Il tribunale del riesame ha infatti accolto la richiesta presentata dal legale Fabio Repici: la corte presieduta da Francesco Taurisano ha infatti disposto il dissequestro dell’archivio del consulente di numerose procure italiane e funzionario di polizia attualmente sospeso dal servizio: il sequestro era stato disposto l’11 marzo ma era stato eseguito due giorni dopo. Due i provvedimenti del tribunale romano in relazione ai due distinti procedimenti in cui Genchi è indagato a seguito della sua attività di consulente nelle inchieste Why Not e Poseidon condotte dall’ex magistrato della Procura di Catanzaro Luigi De Magistris che da qualche giorno si è dimesso dalla magistratura per dedicarsi alla politica: sarà candidato alle euuropee nelle liste di Italia dei Valori. Le inchieste a carico di Genchi, cooordinate dai procuratori aggiunti Achille Toro e Nello Rossi sono condotte dal sostituto procuratore Andrea De Gasperis secondo cui Genchi avrebbe commesso i reati di abuso di atti d’ufficio, violazione della legge sulla privacy e violazione della norma della legge Boato che prevede la richiesta di autorizzazione da parte della Camera per acquisire i tabulati dei parlamentari sotto inchiesta.



Il dispositivo del Tribunale del riesame capitolino riguarda sia il sequestro ordinato per il reato di abuso d’ufficio (eseguito sulla base della relazione del Ros dei carabinieri) per quanto riguarda l’utilizzazione di tabulati relativi a deputati e servizi segreti sia per il reato di accesso abusivo all’archivio informatico il cui procedimento è scaturito dalla denuncia di un dipendente dell’Agenzia delle entrate che avrebbe rilevato gli accessi abusivi. Soddisfatto del risultato il legale di Genchi, secondo cui «il tribunale del riesame confermando la nostra censura all’operato della Procura di Roma afferma il principio di legalità violato in ordine da: i magistrati della procura generale di Catanzaro, il Ros dei carabinieri, da un funzionario dell’agenzia delle Entrate e dalla procura di Roma. Preciso che in questa ultima Procura lavorano anche magistrati integerrimi ed eroici. Ma questa indagine dimostra come la direzione di questo ufficio abbia riportato il calendario ai tempi del porto delle nebbie».

«Ho sempre avuto fiducia nella Giustizia e nelle Istituzioni dello Stato – scrive Genchi sul suo blog Legittimadifesa all’indirizzo www.gioacchinogenchi.blogspot.com -. Mi sono difeso nel processo da accuse infamanti, ordite da chi ha cercato e sta cercando in tutti i modi di colpirmi per quello che è stato il mio impegno al servizio della Giustizia, nell’esclusivo interesse di ricerca e di affermazione della verità. Confermo la mia più assoluta stima ed incondizionata subordinazione al Capo della Polizia, alle Istituzioni dello Stato e ringrazio i tantissimi colleghi della Polizia, dell’Arma dei carabinieri, del Ros, della Dia e della Guardia di finanza, con i quali ho avuto l’onore di collaborare in oltre 20 anni della mia attività professionale». La Procura di Roma, secondo quanto riportato dall’Ansa, si riserva di leggere il dispositivo prima di commentare.

NOSTRO COMMENTO: Mentre i Media governativi tacciono sull’argomento, Noi ne parliamo.

Cosa dicono ora quelli che avevano chiesto l’arresto di Genchi?


Dal Blog: voglioscendere-ilcannocchiale, si riporta:

CRITICAL MASS


E’ stato atttivato dal Ministero dell’Ambiente l’ecoincentivo pari ad uno sconto del 30% e fino ad un massimo di 700 euro per l’acquisto di una nuova bicicletta o fino a 1300 euro per un motociclo o quadricilo elettrico.

l’incentivo è un’opportunità per tutte quelle
persone troppo abituate ad utilizzare veicoli a motore, che per andare a prendere un francobollo alla tabaccheria vicino a casa hanno bisogno di 100 cavalli sotto il culo, immaginate solo lo spreco di energia: 12 quintali di lamiera e plastica, gasolio da bruciare e disperdere nell’aria, tuto questo per trasportare come spesso accade una sola persona.

Sono sempre più convinto che sia un problema culturale, in Italia la macchina rappresenta uno status symbol e questo ci limita all’uso dei veicoli leggeri.

Sogno il paradiso delle biciclette perché so che non è un’utopia, per esempio ad Amsterdam ce ne sono circa 700.000 e vengono utilizzate tutti i giorni per muoversi, andare a scuola, al lavoro, fare la spesa o semplicemente per andare a spasso. Accanto ad ogni strada c’è una pista ciclabile la cui rete si estende fino ai confinanti Belgio e Germania.

Sensibilizziamo l’amministrazione e gli automobilisti chiedendo più attenzione su questo tema, vogliamo strade più sicure, su misura per il pedone ed il ciclista che dovranno essere considerati una categoria protetta.



Per mostrare che esistiamo, vi aspetto numerosi all’iniziativa da noi promossa: critical mass significa che contiamo quando siamo numero.
Vi aspetto Sabato 9 maggio ore 15.20 in piazza Roma (di fronte al rocker’s pub), muniti di bicicletta faremo un tour di Palazzolo per ritrovarci poi al punto di partenza sorseggiando una birra in compagnia, e per i più appssionati guardando la prima tappa del giro d’Italia.



Vi aspetto Sabato 9 maggio ore 15.20 in piazza Roma (di fronte al rocker’s pub), muniti di bicicletta faremo un tour di Palazzolo per ritrovarci poi al punto di partenza sorseggiando una birra in compagnia, e per i più appssionati guardando la prima tappa del giro d’Italia.

L’evento su facebook

Per maggiori info sul percorso, contattare: sergiobosetti@gmail.com

La Ue boccia il Pacchetto Telecom


Una vittoria ed una sconfitta, il parlamento europeo ha ceduto sulla neutralità della rete ma ha tenuto duro sui diritti civil

Con 407 voti a favore, 57 contrari e 171 astenuti, l’Europarlamento ha respinto (per ora) la riforma delle telecomunicazioni nell’Unione Europea. Il famigerato Pacchetto Telecom ritornerà ora in sede di conciliazione, grazie a un emendamento voluto da Verdi, Sinistra, Liberaldemocratici e euroscettici, di fatto facendolo ritornare al processo di negoziato col Consiglio. ”Quando anche una sola parte viene modificata allora tutto il pacchetto deve ritornare alla conciliazione. Questa è la conseguenza di questo voto” ha detto la relatrice, la socialista francese Catherine Trautmann. Gridano vittoria i difensori della “peeracy”, visto che viene riaffermato il principio secondo cui la cessazione di un collegamento a Internet può avvenire solo dopo una decisione da parte dell’autorità giudiziaria. E’ un colpo definitivo per la dottrina Sarkozy dei three strikes.

Ma come è successo? Il Parlamento doveva votare su tre proposte legislative che compongono la riforma: una direttiva sul quadro normativo per le comunicazioni elettroniche che tratta dello spettro radio, della nuova autorità delle telecomunicazioni, della separazione funzionale della rete e delle norme per le reti di nuova generazione. Un’altra direttiva riguarda la trasparenza e la pubblicazione delle informazioni destinate agli utenti, la migliore accessibilità per gli utenti disabili, i servizi di emergenza e accesso al numero 112 nonché la connettività di base e la qualità dei servizi. Tratta inoltre della tutela della privacy, toccando aspetti quali l’informazione da fornire agli utenti sull’eventuale compromissione dei loro dati personali in seguito a una violazione della sicurezza della rete e il rafforzamento dei poteri di attuazione e controllo delle autorità competenti, in particolare nella lotta allo spam, e il miglioramento della cooperazione e del controllo transfrontalieri. Ma la bocciatura di un elemento ha fatto saltare tutto, quindi si ritorna alle trattative.

Tuttavia nessuno degli emendamenti noti come Citizen’s Rights Emendaments è passato, cruciali per garantire la neutralità della rete, tranne uno, che non impone, ma neppure vieta, la cooperazione fra ISP e major dei contenuti per la violazione della proprietà intellettuale.

Negli ultimi mesi si era parlato molto del Pacchetto Telecom, e del rapporto Medina suo gemello, che presentava una serie di restrizioni all’uso dei servizi che gli utenti di Internet usano e che prevedono la disconnessione forzosa se c’è il sospetto che l’utente abbia condiviso file illecitamente; il filtraggio di servizi come Skype; tariffe aggiuntive per servizi come le chat; maggiore invasività nella raccolta dei dati personali. Il rapporto Medina è stato bocciato e il Pacchetto Telecom ridimensionato, e ora rinviato, ma quest’ultimo, dopo l’accordo tra Commissione, Parlamento e Presidenza Ue manteneva e tuttora mantiene intatta la facoltà per gli operatori di utilizzare sistemi di gestione del traffico. Per molti, un primo, pericoloso passo per arrivare a un obiettivo a lungo desiderato dalle major delle telecomunicazioni: la soppressione della neutralità della rete che si basa sulla non discriminazione degl traffico e degli accessi alla rete stessa.

Ugualmente si è parlato molto della iniziative di alcuni parlamentari italiani intenzionati a mettere il bavaglio alla rete con la scusa di punire comportamenti illeciti nei circuiti peer to peer, nei blog e nei social network. Ma come si capisce dall’allarme scaturito dalla presentazione del pacchetto Telecom nel novembre 2007 sono altri i pericoli che riguardano la rete e non sono solo gli spauracchi di gruppi omofobi, fascisti e razzisti che purtroppo la infestano. Fra questi la tenuta di una rete che potrebbe collassare sotto il suo stesso successo a causa dell’intenso traffico. E per risolvere il problema del sovraccarico della rete, invece di fare nuovi investimenti e ottimizzare le proprie infrastrutture, alcune compagnie di telecomunicazioni propongono di realizzare corsie preferenziali di traffico. Che sarebbe come decidere che alcuni possono viaggiare in autostrada, altri devono usare le stradine di campagna.

E’ questo il rischio più grande che la rete Internet corre oggi, cioè la proposta di mettere fine a uno dei suoi principi fondanti: la “neutralità della rete”. Un principio che afferma che nessuno può discriminare del traffico che corre sulla rete, anche perché questo potrebbe avvenire solo controllando il tipo di traffico che sulla rete si svolge. Nella nostra metafora automobilistica è come dire che il casellante dell’autostrada dopo aver ispezionato l’automobile decide se puoi entrare o meno in autostrada. Per questo motivo gli attivisti delle libertà digitali come Luigi Di Liberto, portavoce di Scambio Etico, valutano la votazione come una vittoria a metà “Una vittoria ed una sconfitta, il parlamento europeo ha ceduto sulla neutralità della rete ma ha tenuto duro sui diritti civili”, e invitano tutti ad opporsi alla prospettiva - caldeggiata presso l’Unione Europea dai lobbisti dei carrier più importanti - di discriminare il traffico sulle reti ponendo fine al principio di neutralità.

Il motivo di questa opposizione che conta sul sostegno di decine di gruppi e associazioni indipendenti, è evidente: se venisse meno il principio di neutralità della rete si creerebbero utenti di serie A e di serie B in ragione della loro differente capacità di pagare il servizio più efficiente. Non solo, la discriminazione del traffico potrebbe perfino rendere impossibile accedere ad alcuni siti web o ad alcuni servizi o a informazioni scomode.

La necessaria neutralità della rete, che è la precondizione per esercitare il diritto alla cultura, alla cooperazione, alla libera manifestazione del pensiero, il diritto a fare impresa, il diritto alla concorrenza industriale e al pluralismo informativo è quindi un principio che va difeso da ogni cittadino.

La rete è per sua natura una risorsa scarsa, nel senso che non arriva dovunque nei paesi del sud del mondo, e nel senso che non tutti vi possono accedere anche nel ricco occidente, un fatto noto come digital divide. La soppressione del principio di neutralità renderebbe questo divario digitale ancora maggiore, con effetti devastanti per il pieno dispiegarsi della società della conoscenza che l’Europa afferma di voler sostenere, con il pacchetto Telecom, per l’appunto.

di ARTURO DI CORINTO

Vedi anche Neutralità del web sotto attacco

Neutralità del web sotto attacco




Tra i politici italiani, è Paolo Ferrero ad accorrere in difesa della libertà nella Rete

Paolo Ferrero rilancia il movimento in corso su Internet a difesa della libertà di Internet. «Gli utenti del web e i provider - sottolinea in una nota il segretario del Prc - chiedono ai parlamentari europei di fermare la direttiva "Telecoms Package", che darà ai gestori telefonici il potere di modificare le condizioni nelle quali usiamo le applicazioni più comuni, come Skype e Facebook».

«Come segretario di Rifondazione comunista e ancora di più come utente di Facebook, da dove rilancerò l’appello a tutti i miei amici su Facebook, invito - dice Ferrero - a firmare la petizione per garantire la libertà di Internet e del web, petizione disponibile per ora solo in inglese al link di Assoprovider».

«Che tutto ciò - dice ancora il leader del Prc - rappresenti una palese infrazione di quella sorta di ’par condicio' dell’accesso internet, che va sotto il nome 'neutralità della rete', sembra ai firmatari della lettera fuori discussione e sembra anche foriero di ulteriori gravi violazioni. Lo sembra anche a me, ecco perchè - conclude - aderisco a questo appello».

da La Stampa

martedì 5 maggio 2009

Comunicato Politico Locale - Palazzolo




"Cari amici e simpatizzanti della lista civica PALAZZOLO S/O A 5 STELLE,

come sapete la nostra è una lista di candidati indipendenti e senza nessuna influenza lobbystica.
Per scelta, non abbiamo sponsor, strutture partitiche, aziende o poteri locali che finanzino la nostra campagna elettorale.

In questo momento tutti i candidati stanno autonomamente finanziando la campagna che sta elaborando video, inchieste, informazione sul web, volantini e manifesti. Nonostante il nostro "impegno" nell'ideare una campagna a costo zero, le spese da sostenere restano comunque considerevoli, soprattutto quelle dei manifesti senza i quali non è possibile essere riconoscibili dall'elettorato.

Abbiamo inoltre recentemente saputo che per effettuare i nostri incontri pubblici presso le sedi messe a disposizione dal comune, dovremo pagare 100 euro + IVA per ogni incontro. Questa almeno la recente delibera della giunta, in barba al rispetto dei principi della democrazia.

Pertanto, chiunque di voi volesse dare il proprio contributo per finanziare la campagna PALAZZOLO A 5 STELLE è il benvenuto. Anche solo 5 euro in più POSSONO FARE LA DIFFERENZA.


Potete effettuare una donazione alla lista in diversi modi:
1. Tramite offerta "cash": Incontrando il gruppo durante il suo incontro
settimanale OGNI GIOVEDI SERA ALLE 20, 30 PRESSO IL BAR DELL’ORATORIO DI SAN
GIUSEPPE IN VIA VERDI A PALAZZOLO.

2. Ricaricando la nostra carta "PostePay":
NUMERO DI CARTA: 4023 6005 5562 5047
INTESTATA A: FABIO DI BENEDETTO(il tesoriere della lista)
(NB: Ricaricare la Postepay è semplice, si può fare anche dal tabaccaio! Cliccate
qui per leggere tutti i modi.

Tutti i crediti e le spese della lista sono da noi registrati in un
rendiconto richiedibile da voi in qualsiasi momento.

ABBIAMO BISOGNO DI VOI !

Una campagna elettorale finanziata dalla gente è possibile.
...E' già successo:
Grazie per l'attenzione,

Il Comitato Raccolta Fondi "Pezze al culo"
Lista Civica Palazzolo s/O a cinque stelle

Per ulteriori informazioni visitate il nostro sito !

lunedì 4 maggio 2009

Pensa te! Il buon governo della Xenofobia





A proposito di questo articolo apparso sui giornali... mi è venuta in mente questo testo di Bertold Brecht:





Un giorno vennero a prendere me...


Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali
e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti
ed io non dissi niente perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me
e non c'era rimasto nessuno a protestare.

sabato 2 maggio 2009

Ha ragione Clementina: tutti zitti

I tedeschi premiano Travaglio per l'informazione



Tg e giornali (a parte il Corriere) hanno confinato la notizia in poche righe, visibili solo al microscopio elettronico. E’ la prima regola del regime: quanto più la notizia è sgradita al potere, tanto più va nascosta. Era già accaduto con i provvedimenti che davano ragione a Genchi, a De Magistris e ai pm di Salerno: omertà totale. La scena si ripete con la sentenza del Tar Lazio che annulla la delibera con cui il Csm nel 2008 trasferì Clementina Forleo da Milano a Cremona per “incompatibilità ambientale”.

Contro la gip, rea di essersi occupata dei padrini politici dei furbetti, si erano scatenati i maggiori partiti e le maggiori cariche (anzi, scariche) dello Stato. Poi il Csm (un solo voto contrario: Antonio Patrono), aveva eseguito la sentenza già scritta. Ma, per il Tar, violò tre volte “il principio di legalità”. 1) Il nuovo ordinamento giudiziario vieta di trasferire un giudice per condotte colpevoli o colpose: proprio quel che ha fatto il Csm, cacciando la Forleo per “esternazioni” che - per legge - non sono punibili. 2) Il Csm ha stabilito che la Forleo non poteva più “svolgere le funzioni con piena indipendenza e imparzialità” a Milano, ma s’è dimenticato di dare “un’esauriente spiegazione”. Dunque la Forleo doveva restare a Milano. 3) La vicepresidente della I commissione, Letizia Vacca (Pdci), anticipò il giudizio definendo Forleo e De Magistris “cattivi magistrati”, dunque avrebbe dovuto astenersi dal voto, per evitare “un’alterazione del procedimento”. Ma se ne guardò bene, coperta dagli altri. Complimenti vivissimi al Csm. E alla libera stampa italiana.

Guarda la videointervista a Giovanni Pesce, difensore di Clementina Forleo, che commenta la sentenza del Tar

tratto da: Voglio Scendere

A Palazzolo la prima lista civica a 5 stelle



Il progetto ‘Lista civica 5 stelle‘ nasce in un periodo in cui l’etica pubblica e la questione morale hanno lasciato spazio all’interesse personale, all’arrivismo financo a forme di fanatismo.

Il sistema delle deleghe ormai non funziona più. I partiti hanno spesso dimostrato di formare politici che non fanno l’interesse collettivo, ma quello di veri e propri “comitati d’affari”. E’ da noi cittadini che deve partire il cambiamento. E il primo cambiamento parte proprio dal nostro comune, che decide della nostra vita di tutti i giorni.
L’obiettivo che ci siamo posti è quello di dare un contributo alla nostra città (Palazzolo sull’Oglio - BS) partecipando direttamente e concretamente alla vita politica del comune.

In vari comuni italiani si è riusciti a migliorare la qualità della vita dei cittadini attraverso un sistema di rete. Un esempio tangibile è dato dall’ associazione dei comuni virtuosi che grazie ad un network tra vari comuni a ‘5 stelle‘ ha consentito un forte legame tra amministrazioni comunali, le quali, scambiandosi opinioni, consigli e pareri, sono giunte a miglioramenti oggettivi sul territorio.

Per rendere l’idea di ciò che auspichiamo per il comune di Palazzolo s/O, citiamo l’articolo 3 dello statuto di tale associazione:



OBIETTIVI DEI COMUNI VIRTUOSI

- ridurre i consumi energetici per gli immobili di proprietà pubblica e per la pubblica illuminazione, incentivando l’efficienza energetica e le fonti energetiche rinnovabili
- governare in modo consapevole il territorio, introducendo negli strumenti urbanistici comunali norme di contenimento del consumo di suolo ed efficenza energetica
- ridurre la produzione dei rifiuti attraverso progettualità concrete ed efficaci e introdurre la raccolta differenziata porta a porta spinta
- promuovere la diffusione di mezzi ecologici per una mobilità realmente sostenibile e gestire correttamente il territorio evitando il più possiibile spostamenti motorizzati superflui
- promuovere, incentivare e sostenere nuovi stili di vita nelle comunità amministrate, attraverso progettualità partecipate finalizzate alla riduzione dell’impronta ecologica di un territorio.”

COME REALIZZARLI

L’Associazione intende raggiungere le proprie finalità statutarie attraverso:

- il coinvolgimento dei cittadini
- lo scambio di informazioni, di esperienze e di procedure tra gli Enti soci
- l’organizzazione di progetti e campagne nazionali, corsi di formazione, convegni, congressi
- proposte commerciali rivolte agli enti locali finalizzate ad una complessiva riduzione dell’impronta ecologica dell’amministrazione coinvolta
- consulenti, esperti e ditte che operano nel mondo della sostenibilità ambientale.

Per concretizzare tutto questo (e molto altro ancora!) è necessario entrare nell’amministrazione comunale, possibilmente in giunta, in modo tale da dare un’impronta forte alla propria città.

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venerdì 1 maggio 2009

Stampa, Freedom House declassa l'Italia "Non è più un Paese pienamente libero"



L'organizzazione non governativa segnala in generale nel rapporto 2009
un peggioramento delle condizioni di libertà di manifestazione del pensiero e dei media


Nell'Europa Occidentale il nostro è l'unico Paese 'partly free'
seguito solo dalla Turchia. Al primo posto l'Islanda e i Paesi scandinavi
di ROSARIA AMATO


da REPUBBLICA

ROMA - La libertà di stampa si sta riducendo in tutto il mondo, e l'Italia non è esente da questa forma di degrado. Nel rapporto 2009 di Freedom House (organizzazione autonoma con sede negli Stati Uniti, che si pone come obiettivo la promozione della libertà nel mondo), infatti il nostro Paese viene declassato per la prima volta da Paese 'libero' (free) a 'parzialmente libero' (partly free), unico caso nell'Europa Occidentale insieme alla Turchia.

Le ragioni della retrocessione dell'Italia sono molteplici, spiegano gli estensori del Rapporto, che esamina la libertà di stampa in 195 Paesi da quasi 30 anni (dal 1980): "Nonostante l'Europa Occidentale goda a tutt'oggi della più ampia libertà di stampa, l'Italia è stata retrocessa nella categoria dei Paesi parzialmente liberi, dal momento che la libertà di parola è stata limitata da nuove leggi, dai tribunali, dalle crescenti intimidazioni subite dai giornalisti da parte della criminalità organizzata e dei gruppi di estrema destra, e a causa dell'eccessiva concentrazione della proprietà dei media".

Più in dettaglio, Freedom House riconosce che, in generale, in Italia "la libertà di parola e di stampa sono costituzionalmente garantite e generalmente rispettate, nonostante la concentrazione della proprietà dei media". Ma è proprio quest'ultimo il punto dolente. Certo, c'è la legge Gasparri, rispetto alla quale l'organizzazione avalla le critiche secondo le quali introduce norme che favoriscono l'attuale presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ci sono i tanti processi per diffamazione a carico di altrettanti giornalisti, Freedom House ne cita alcuni tra i più eclatanti, tra i quali quelli a carico di Alexander Stille e di Marco Travaglio.

Ma il punto veramente dolente, a giudizio dell'organizzazione, è costituito "dalla concentrazione insolitamente alta della proprietà dei media rispetto agli standard europei". Berlusconi, affermano senza reticenze gli autori del rapporto, controlla attraverso il governo la Rai, e possiede Mediaset. E la crisi di La7 non ha certo giovato in questo panorama.

Tra i Paesi europei, anche la Grecia ha subito un significativo arretramento: precede infatti l'Italia di una sola postazione, e tuttavia mantiene la valutazione 'free', a differenza del nostro Paese. La quartultima posizione nell'Europa Occidentale è occupata dalla Grecia, preceduta, a parità di giudizio, da Malta, Francia e Cipro. Nella classifica generale l'Italia è al settantunesimo posto, a pari merito con Benin e Israele (tutti e tre primi 'partly free' della tabella).

I Paesi più liberi dell'Europa Occidentale sotto il profilo della libertà di stampa, sono, a giudizio di Freedom House, l'Islanda (primo), la Finlandia e la Norvegia (secondi), la Danimarca e la Svezia (quarti). Gli stessi Paesi sono anche in cima alla classifica generale. I primi Paese non europei nella classifica mondiale della libertà di stampa redatta da Freedom House sono la Nuova Zelanda e la Repubblica di Palau, all'undicesimo posto a pari merito con il Liechtenstein. Gli Stati Uniti arrivano solo al ventiquattresimo posto, a pari merito con la Repubblica Ceca e con la Lituania (rientrano ampiamente comunque tra i Paesi che godono di una libera stampa).

Ma la situazione europea, a parte il significativo deterioramento del clima in Italia, è decisamente positiva rispetto a quella di altre aree del mondo. "La professione giornalista è attualmente alle corde - denuncia Jennifer Windsor, direttore esecutivo di Freedom House - e sta lottando per rimanere in vita, stremata dalle pressioni dei governi e di altri potenti soggetti e dalla crisi economica globale. La stampa è la prima difesa della democrazia e la sua vulnerabilità ha enormi implicazioni per la sua tenuta, se i giornalisti non sono in grado di tener fermo il loro tradizionale ruolo di controllori dei poteri".

Poco più di un terzo dei 195 Paesi esaminati garantiscono attualmente la libertà di stampa: sono classificati 'free' solo 70 Stati, il 36% del campione. Sessantuno (il 31%) sono 'parzialmente liberi' e 64 (il 33%) sono 'non liberi'. Secondo l'indagine, solo il 17% della popolazione mondiale vive in Paesi che godono di una stampa libera.

La situazione è particolarmente peggiorata, oltre che in Italia, nell'Est asiatico, mentre per alcuni Paesi dell'ex Unione Sovietica, del Medio Oriente e del Nord Africa Freedom House parla di vere e proprie intimidazioni nei confronti della stampa libera. Un significativo passo in avanti è stato registrato dalle Maldive, passate dalla categoria 'not free' a quella 'free' grazie all'adozione di una nuova costituzione che protegge la libertà di manifestazione del pensiero, e al rilascio di un importante giornalista, detenuto in carcere.

Decisi peggioramenti si sono registrati in Cambogia ('not free'), Paese nel quale sono aumentate le forme di intimidazione e di violenza nei confronti dei giornalisti; Hong Kong ('partly free'), a causa delle eccessive forme di pressione esercitate dalla Cina, la stessa Cina e Taiwan; Bulgaria, Croazia, Bosnia e Russia; Israele, dove le pressioni sui giornalisti sono fortemente aumentate nel corso dell'ultimo conflitto a Gaza; Senegal e Madagascar; Messico, Bolivia, Ecuador, Guatemala e Nicaragua.