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martedì 30 giugno 2009

PDL: no al progetto ITER e alla fusione nucleare pulita



Per il Senato italiano la fusione nucleare (deuterio-trizio) non solo è costosa ma è anche di la da venire, meglio tenersi il nucleare tradizionale. Questa, in sostanza, la conclusione emersa nella relazione sull’indagine conoscitiva relativa al progetto Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor), a cui stanno lavorando diversi team scientifici e un consorzio a cui partecipano Unione europea, Russia, Cina, Giappone, Stati Uniti d’America, India e Corea del Sud per un costo perventivato di circa 10 miliardi di euro, a Caradache nel sud della Francia e che si pone come obiettivo di ottenre energia senza l’uso di carbone o petrolio ma attraverso la fusione nucleare.

Ma il Senato ha detto no anche anche al progetto DEMO il cui obiettivo è produrre energia elettrica derivata dalla fusione nucleare. Spiega Guido Possa senatore Pdl e Presidente della Commissione Istruzione:

Si tratta di un progetto plurimiliardario, la sola costruzione di Iter costerà sicuramente molto più dei 5 miliardi di euro preventivati. Ci vorranno dieci anni per la realizzazione dell’impianto e circa 25 per la sperimentazione. Se tutto funzionerà secondo i piani, la prima energia ottenuta per fusione termonucleare potrà essere utilizzata solo 20-30 anni più tardi, a partire dalla seconda metà del XXI secolo, quando, forse, si potrà godere di un’energia pulita, a basso costo e praticamente illimitata.

Ma noi a questo punto ci chiediamo: ma perchè l'Italia vuole rinunciare ad un progetto ambizioso portato avanti da tutte le potenze mondiali? La ragione del costo elevato ci sembra ridicola, anche perchè una ricerca di questo tipo porterà alla totale indipendenza economica del nostro paese.
Non è che in ballo ci sono interessi per sviluppare il VECCHIO NUCLEARE, non è che ci sono in ballo, come sempre degli interessi economici dei nostro parlamentari?


L’indagine è stata condotta dalla commissione al Senato dopo aver ascoltato Enea, Infn (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), Cnr, Consorzio Rfx di Padova, i responsabili dei programmi di fusione nucleare della Commissione Europea e il professore Bruno Coppi del MIT.

da Ecoblog

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