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giovedì 11 giugno 2009

La criminalità ringrazia


Ci si appresta a demolire uno dei pochi efficaci strumenti di prevenzione e di contrasto della criminalità: quello delle intercettazioni telefoniche e ambientali.
Qualche anno fa ci si scagliava contro i collaboratori di giustizia (i “pentiti”) sostenendo che le forze dell’ordine e della magistratura dovessero tornare a strumenti di indagine più tradizionali come, appunto, le intercettazioni.
Quella offensiva andò a segno: oggi chi indaga sulla criminalità organizzata non ha più a disposizione lo strumento dei collaboratori e quindi lo Stato è più debole.
Adesso si vuole colpire anche quel che resta – le intercettazioni – e che è un mezzo fondamentale nelle indagini sulla mafia, sulla corruzione, sul riciclaggio.
Ma vi sono altri obiettivi: le carriere dei magistrati, l’obbligatorietà dell’azione penale, l’autonoma vita del CSM.
L’azione legislativa sulla giustizia appare ispirata ad una logica da resa dei conti con la magistratura e con tutto ciò che, per dettato costituzionale, è chiamato a svolgere un ruolo autonomo di controllo e di bilanciamento rispetto al potere esecutivo.
Ed è per questo che si vuole colpire la libertà di informazione punendo i giornalisti che, qualora in possesso di testi di intercettazioni, dovessero decidere di renderli pubblici assolvendo al diritto/dovere di informare i cittadini.
Per tutto questo ci opponiamo al disegno di legge denominato “Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica della disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche” in queste ore in votazione alla camera.

Link al disegno di legge

Invitiamo tutti a dare massima visibilità e a condividere questo appello pubblicandolo sui propri blog, siti e profili

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