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martedì 16 giugno 2009

Il parlamento tedesco dice sì a Linux


di: Francesco Caccavella

Lo scorso giovedì 29 febbraio la commisione tecnologica (Iuk Commission) del Parlamento federale tedesco (Bundestag) avrebbe acconsentito ad installare, a partire dal 2003, soluzioni basate su Linux su circa 150 server dei 5000 presenti nel Parlamento. La decisione è tutta a favore dei firmatari della petizione Bundestux (da Bundestag e Tux, il nome del pinguino simbolo di Linux) che, solo un mese fa, avevano richiesto l'interruzione del monopolio Microsoft sui sistemi operativi, proponendo l'adozione di sisteni operativi a codice aperto.

Per la decisione della commissione sono stati decisivi i voti dei partiti di maggioranza, Verdi e Socialdemocratici. I partiti di opposizione avrebbero cercato sino alla fine di posporre la decisione finale.

I sistemi che passeranno al sistema operativo open source saranno soprattutto quelli adibiti a funzioni server (mail server e gestione dei gruppi di lavoro) mentre i computer client verranno aggiornati con sistemi Windows XP. Steffi Lemke, la rappresentante dei Verdi nella Iuk Commission, vede in questa decisione «il primo passo importante per il passaggio verso l'open source»; tempo fa il parlamentare socialdemocratico Jorg Tauss dichiarò che «il mio desiderio è quello di di dichiarare l'intero bundestag una zona "Microsoft-free"»

La decisione della commissione tedesca arriva dopo un travagliato percorso. Sin dall'ottobre 2001 i deputati tedeschi erano stati chiamati a decidere verso quale piattaforme orientarsi dopo che la Microsoft aveva interrotto il supporto per Windows NT.

La forte pressione dei movimenti open source tedeschi aveva più volte portato alla luce i vantaggi di sistemi informatici open source. La Germania è, in Europa, la nazione in cui maggiore è la penetrazione della filosofia del software open source. Tedesca è SuSe, una delle principali distribuzioni Linux sul mercato. Molte aziende tedesche, come ad esempio la Volkswagen, usano da anni sistemi basati su Linux.

Prima della decisione, la Microsoft aveva reagito al diffondersi della petizione. Il rappresentante di Microsoft in Germania aveva accusato i promotori della raccolta di firme di diffamare Microsoft introducendo una discriminazione inaccettabile.

La decisione del Bundestag, che sarà ratificata probabilmente il prossimo 14 marzo, ha già fatto proseliti. In Francia da tempo si discute se introdurre software libero nei computer del Senato. In Italia ha ripreso vigore, con l'appoggio del NetworkDS, la proposta di legge formulata dal capogruppo dei Verdi al comune di Firenze. La proposta porrebbe le basi per l'adozione di Software Libero nella pubblica amministrazione. I computer dei nostri amministratori, se la legge venisse approvata, dovrebbero passare a soluzioni di software libero o open source entro tre anni.

vedi inoltre: Il parlamento francese passa a Linux

da webnews

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