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martedì 4 agosto 2009

Stato militare - Inceneritore di Acerra, licenziati 33 operai, fermati dai militari

Elettra Energia manda a casa le maestranze: «Dopo 8 anni siamo stati messi alla porta da un maresciallo»


NAPOLI — Il termovalorizzatore di Acerra diventa off limits per 33 operai: dalla sera alla mattina tutti licenziati. A consegnare le lettere di ‘‘risoluzione del rapporto di lavoro’’ un maresciallo in an­fibi e mimetica. Ché l’impianto man­gia- rifiuti è presidio militare. Ma la veri­tà sta nel fatto che la Elettra Ener­gia, la società novarese che gestisce l’inceneritore e cui fanno capo gli operai, si è sentita più sicura se fos­se stato un militare a fronteggiare i licenziati; non si è voluto esporre il management al rischio di intempe­ranze. Che in verità non ci sono sta­te, tanto è risultata stordente la noti­zia per quanti, da 8 anni, sia di gior­no che di notte hanno prima monta­to l’impianto e poi fatto funzionare.

Pasquale Pignatiello, 24 anni, l’al­tro ieri sera ha salutato moglie e fi­glio per andare al lavoro; sarebbe stato di guardia al settore ‘‘Fossa scorie’’, un catinone nel quale precipitano tutti i residui ferrosi o di metallo che l’inceneri­tore non brucia; al proprio settore Pa­squale non ci è mai arrivato. «Avrei do­vuto montare alle 23», ricorda, «dopo cinque minuti avevo in mano la lettera di licenziamento». E con le stesse modali­tà è stata consegnata a tutti gli altri 32 operai, a seconda dell’orario di arrivo. «Sono entrato — riprende — ho passato il badge nel marcatempo e subito dopo mi si è fatto davanti un maresciallo che mi ha chiesto di consegnarli il tesseri­no ». I 33 operai, quasi tutti napoletani, per la maggior parte con famiglia a cari­co ora si sentono traditi e illusi dalle pro­messe fatte nelle scorse settimane dal prefetto ai sindacati sul loro futuro occu­pazionale. «L’accordo — spiega Pignatiel­lo — prevedeva che fino al 15 settembre non ci sarebbero stati né licenziamenti, né nuove assunzioni. Così, invece, è una beffa. Il prefetto aveva anche promesso un incontro con il sottosegretario Guido Bertolaso per chiarire la nostra situazio­ne ». Perché ‘‘il rapporto di lavoro sarà contestualmente risolto’’, come si legge nelle lettere? I lavoratori hanno riferito che il termovalorizzatore a breve sarà gestito dalla A2A, la multi­utility nata il primo gennaio 2008 dalla fusione tra Aem Milano e Asm Brescia, al­lorquando la Elettra Ener­gia avrà terminato la fase di commissioning (avvio e collaudo dell’impianto)

I tagli effettuati dal­l’azienda sarebbero, secon­do gli stessi lavoratori, di circa il 70 per cento dell’inte­ro organico. Qualcuno al lavo­ro è rimasto, ma - dicono - sempli­cemente per completare l’affiancamen­to degli addetti che porterà A2A, alla fine andranno via anche loro. «Perché l’azien­da — riferisce Pignatiello — ha detto che assume chi vuole». Il giovane napoleta­no perderà 1.600 euro di stipendio; tre giorni sull’impianto e uno di riposo. «Il nostro capo del personale — ha spiegato — che pure avevamo visto la sera prima, ci ha raccontato che non era a conoscen­za dei licenziamenti, ma che è stata una decisione presa direttamente a Novara dove ha sede l’azienda. Le lettere ci sono state consegnate dai militari. Una proce­dura alquanto anomala e che ci lascia per­plessi e amareggiati. Molto probabilmen­te l’azienda temeva una nostra reazione, ma noi siamo gente pacifica e lo abbia­mo dimostrato anche con le proteste del­le scorse settimane». Lunedì gli operai avranno un incontro con i propri delega­ti sindacali, per martedì è prevista una manifestazione di protesta davanti ai cancelli del termovalorizzatore. Pacifica annunciano. E piena di amarezza.

Patrizio Mannu
da Corriere del mezzogiorno

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